Jesse Kanda e Arca. La coppia dark dell’elettronica: video e musica dall’inconscio, sulle tracce di un Trauma
Una coppia artistica in ascesa, due autori innamorati del gotico, del macabro, dell'informe. Un filmmaker e un producer/dj, inseparabili. Dall'ultimo progetto in progress, "Trauma", ecco la prima parte, presentata al MoMA PS1
Nel titolo c’è già tutta l’energia oscura del progetto. Trauma, che in inglese e in italiano significa shock, turbamento, alterazione violenta, in tedesco (“Traum”) si traduce con “sogno”. Ambivalenza irresistibile per Jesse Kanda e Alejandro Ghersi alias Arca, sperimentatori del suono e dell’immagine, inseparabili nella vita e nel lavoro, due fulgide carriere all’attivo e due personalità artistiche travolgenti, trasgressive.
Giapponese d’origine il primo, ma canadese d’azione, a soli ventisei anni ha costruito un immaginario filmico molto personale, fra suggestioni gotiche, macabre, oniriche: video che vanno dritto allo stomaco e che saturano gli occhi, in un continuum di deformazioni corporee, ambientazioni distopiche, apparizioni sinistre.
Arca, venezuelano trapiantato a Londra, è invece un dj, producer e ingegnere del suono, con alle spalle una serie di release per diverse etichette, più un mixtape autoprodotto (“&&&&&”, 2013), oltre a varie collaborazioni con artisti internazionali, da Kanye West a Bjork, passando per FKA twigs e Hudson Mohawke. Anche nel suo caso suoni elettronici cupi, soundscape allucinati, sarabande notturne attraversate da brusii, bassi potenti, suoni squillanti e distorti.
Il milieu di riferimento è quello dei vari Chris Cunningham, Aphex Twin, Floria Sigismondi, per una nuova coppia artistica che mescola umori dark e attitudini sperimentali, dando vita a progetti audiovisivi d’impatto, con un’identità forte. Tra questi, per l’appunto, Trauma. Un’opera cinematografica in progress, strutturata in sette parti, dall’andamento non lineare e dalla trama nevrotica, ossessiva. Il debutto al MoMA PS1 di New York, a fine 2013. Poi, in programma, un calendario di tappe in spazi espositivi, in giro per il mondo.
Trauma è un viaggio nel subconscio, un’ode al rimosso e all’obliquo, un’esplorazione sotterranea e un tuffo nella materia organica: “Un trauma è qualcosa che si ricorda per sempre. Qualcosa che ti colpisce e non si dimentica”, ha spiegato Kanda in un’intervista a Dazed.
E proprio fra le arterie profonde dell’inconscio si materializzano incubi, paure, desideri, sovvertendo i criteri del piacevole e del disgustoso, del bello e del ripugnante, del lecito e dell’osceno. Nel primo episodio, ad esempio, si muovono dentro a un buco nero le sagome di alcuni piccoli corpi informi, protagonisti di una bizzarra coreografia: bambole di cera, creature abortite, fantasmi partoriti da un cortocircuito nell’immaginazione, a inscenare una danza della mutazione e dell’inquietudine. Sulle note della cavernosa Knot, diretttamente dalla tracklist di “&&&&&”.
Helga Marsala
www.arca1000000.com
www.jessekanda.com
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