Il New Mexico secondo Ouchhh. Mappature elettroniche, fra topologia e new media
Come trasformare un luogo geografico in una scrittura astratta, fatta di geometrie e suoni? Ci ha provato un collettivo di Istanbul, mixando arti elettroniche e matematica: ecco la loro spettacolare versione del New Messico
Matematica, geometria, studio delle forme e dei processi dinamici nello spazio. Un orizzonte tutto scientifico per il progetto H OM E OMOR PH ISM di Ouchhh, studio indipendente di design e new mdia art con sede a Istanbul, che della multidisciplinarietà ha fatto una bandiera, mixando progettazione grafica, arte digitale, sound art e design motion-graphics. Una cellula creativa votata alla sperimentazione e all’hi-tech, capace di ibridare confini e territori limitrofi, dal reale al virtuale, dalla scienza alle arti visive, dalle pratiche interattive alla relazione con i luoghi e la formazione di immagini in movimento.
Quest’ultimo progetto, realizzato in Messico, parte dal concetto di “omeomorfismo”, mutuato dalla topografia: due spazi topografici si dicono omeomorfi quando tra loro esiste una relazione di equivalenza che dipenda da proprietà invarianti (separabilità, connessione, semplice connessione, compattezza, etc), in grado di resistere a trasformazioni radicali. Per fare un esempio, una sfera ed un cubo sono due figure omeomorfe, in quando nel passaggio trasmutativo dall’una all’altra sussiste una corrispondenza biunivoca tra i rispettivi punti. In topologia, dunque, il principio di continuità fa sì che non si creino “strappi”, ma solo “deformazioni”, nel corso di una transizione tra forme e figure.
Da qui parte Ouchhh per elaborare una mappatura del New Mexico, tenendo in considerazione le diversità morfologiche del territorio (suddiviso in quattro regioni, Great Plains, Rocky Mountains, Colorado Plateau, Basin and Range Province) e i cambiamenti topografici che si generano attraverso di esso. Il tutto operando una riduzione delle forme naturali in una serie di forme astratte e primordiali: linee e piani, cerchi e sfere, triangoli e coni. Il paesaggio visto con l’occhio del matematico e restituito con lo sguardo dell’artista.
Il risultato è un’affascinante elaborazione di suoni e immagini elettroniche, che satura lo spazio come un’unica vibrazione modulare, instabile e continua. Bianco su nero, griglie geometriche e intersezioni dinamiche, scritture vive e algide, disegnano una mappa astratta di un luogo concreto. Mentre i rapporti di grandezza tra spazi, confini e strutture territoriali diventano un altro paesaggio, un’altra tessitura estetica. Una nuova architettura immateriale, in perpetua trasformazione.
Helga Marsala
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