Berlinale 2015. Il blue monday del festival. Molta noia con Andreas Dresen e Malgorzata Szumoska
Questa 65esima Berlinale proprio non ce la fa. Al quinto giorno il festival non decolla e la noia cresce. Un lunedì da dimenticare, con i film di Andreas Dresen e Malgorzata Szumoska...
Altra giornata di tedio e di delusione alla Berlinale. Le proiezioni della competizione prevedevano il film di Andreas Dresen, As We Were Dreaming e Body di Malgorzata Szumoska. Nel primo caso una fastidiosa sensazione di déja-vu accompagna lo spettatore dalle prime immagini, tanto che molti giornalisti hanno abbandonato la proiezione dopo dieci minuti. Temi triti e ritriti, luoghi comuni, immagini di una gioventù sbandata che ormai non sorprendono, non parlano, non aggiungono nulla al nostro patrimonio conoscitivo.
La polacca Szumosca aveva invece una storia semplice e degli interpreti molto buoni. Ma certo il decor camp e il ritmo flemmatico non sono tanto facili da digerire, soprattutto se non iscritti in una poetica. Ad ogni modo, il film si lascia vedere. Un’ora e mezza così precisa da sospettare che sia stata ricavata su misura. Infatti la storia non avrebbe perso di efficacia se fosse stata in forma di corto o mediometraggio, mentre nella prima parte sono evidenti alcune divagazioni fuorvianti per la narrazione.
Per riprendersi e decollare il concorso principale dovrebbe snocciolare, da ora fino alla chiusura, solo capolavori, altrimenti l’impressione generale resterebbe quella di un’edizione poco fortunata e di una qualità che non rispetta le precedenti. Intanto cominciano a circolare le prime voci sui favoriti: vincerà Ixcanul di Bustamante?Victoria di Sebastian Schipper? Un premio arriverà a Panahi, l’iraniano che ha sfidato le autorità del suo paese girando il suo film? Ancora qualche giorno per sperare in una sorpresa.
Federica Polidoro
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