Berlinale 2015. Il festival dei flop? Wenders come Herzog: maestri tedeschi fuori forma
Pare proprio una costante di questa edizione. Pochi i titoli che convincono, troppi quelli che deludono. E Wim Wenders non fa eccezione. Il 3D è lo stesso di "Pina", ma i risultati decisamente no...
La Berlinale festeggia il suo divo: Wim Wenders torna con una storia di finzione e sceglie, per la seconda volta dopo Pina, il 3D. Dopo un’affollatissima proiezione, iniziata con i giornalisti seduti persino sugli scalini del cinema, i pareri sono stati contrastanti. Tra chi ha abbandonato la proiezione a metà e chi è uscito dalla sala furioso. Un misto di tedio, curiosità e assuefazione alla faccia di James Franco – presente in ogni festival dell’agenda annuale dal 2010. La colonna sonora la forma Alexander Desplat, che ormai ha il monopolio sugli autori e l’alito pesante del cibo tedesco.
Nella cornice della fotografia di Benoit Debie, piena di suggestioni fiabesche, con un vaghissimo eco horror e qualche colpo di scena buono a svegliare chi nel frattempo aveva ceduto al sonno, quelli che sono sopravvissuti fino ai titoli di coda hanno cominciato a scontrarsi coi pareri dell’amico, collega, vicino di sedia. Fuori dalla sala era tutto un dissertare, sbraitare, ridacchiare, sbuffare e snobbare.
L’impressione più generale su “Every Thing Will Be Fine” è che i registi tedeschi siano più bravi a dirigere film intorno a temi documentari (vedi anche il caso imbarazzante di Herzog con Queen of The Desert). Con le grandi narrazioni lineari di finzione perdono un po’ di allure e soprattutto l’attenzione degli spettatori.
Il festival è ormai in dirittura d’arrivo, con qualche pellicola da recuperare e gli ultimi titoli in calendario. Intanto Pablo Larrain col suo El Club sembrerebbe un altro favorito…
– Federica Polidoro
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