Berlinale 2015. Intervista all’eurodeputata Silvia Costa. Cultura e politica, nel futuro dell’Europa
Cent'anni dalla Grande Guerra, venticinque dalla caduta del Muro. Non poteva che essere politicamente impegnata questa Berlinale. E se il futuro si gioca proprio tra politica e cultura, a Berlino ne abbiamo parlato con l'eurodeputata Silvia Costa...
Per la Berlinale è una ricorrenza importante: cento anni dalla prima guerra mondiale e venticinque dalla caduta del Muro. Per l’occasione il Festival, che non nasconde la sua vocazione politica, ha deciso di aprire con un film diretto da una donna, ospitando molte pellicole con protagoniste femminili. Ha deciso di inserire il film senza crediti di Jafar Panahi, che in Iran ha il divieto di girare film, e ha incluso nel concorso la feroce accusa al Vaticano di Pablo Larrain con El Club.
Mentre critici e addetti ai lavori raccontano le complesse visioni di un mondo globalizzato, negli alti palazzi intorno all’Alexander Strasse si decidono le sorti della cultura, in uno sforzo congiunto per la promozione dei nuovi talenti, per lo scambio delle conoscenze, per l’ampliamento dei mercati e per una riorganizzazione dei sistemi di produzione e distribuzione dei prodotti mediatici, aggiornato all’era digitale.
In questa intervista ci parla di tutto una delle voci più autorevoli in Europa: l’Onorevole Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura e Istruzione e componente supplente della Commissione Diritti della Donna e Uguaglianza di Genere e della Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni. Nonché ex Vicepresidente della Delegazione per le Relazioni con l’Iraq del Parlamento europeo.
Federica Polidoro
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