Berlinale 2015. Ouverture in sordina, dal taxi di Panahi al flop di Herzog
Partenza un po' debole, per la Berlinale, con un Werner Herzog che delude, insolitamente, proprio come il film di Isabel Coixet. Molta attenzione per Jafar Panahi, che sfida la censura con una nuova pellicola clandestina
Inizio fiacco per la 65 Berlinale con Nobody Wants the Night di Isabel Coixet. Il period drama ambientato in Groenlandia all’inizio del secolo scorso non ha convinto la stampa ed è mancato quel tanto di lustro e di sogno che rende magico l’incedere delle star sul red carpet d’apertura. Ci abbiamo riprovato stamattina con Taxi dell’iraniano Jafar Panahi. Lui, bannato dall’attività registica per vent’anni, per volontà del governo del suo Paese, è riuscito a far pervenire questa sua ironica pellicola al Festival di Berlino, che da sempre lo ha in altissima considerazione. Così, mentre le autorità persiane sui media locali condannano la sfacciataggine dei tedeschi, nelle sale del Berlinale Palast il pubblico sorride di un’ironia composta e di una satira politica che ha più buon senso che spirito militante.
Finita una proiezione tutti a correre in fila per uno dei film più desiderati: l’ultima fatica firmata da Herzog, Queen of the Desert, con una Nicole Kidman sempre più mummificata, James Franco e Robert Pattinson. Il film è talmente banale e romanzato che si stenta a collocarlo nella stessa filmografia di Fitzcarraldo, L’enigma di Kaspar Hauser o L’alba della libertà.
Il dubbio della marchetta è dietro l’angolo. Ma se questo è il prezzoda pagare per cose come L’ignoto spazio profondo, Incontri ai confini del mondo o Cave of Forgotten Dreams, siamo disponibili ad accettarlo. Nell’immediato un problema permane: AAA Cercasi Orsi d’Oro disperatamente.
Federica Polidoro
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