I Giganti di Milano e la grande saga dell’arte contemporanea. Da Fontana a Cattelan
Un lungo ciclo di documentari dedicato ai personaggi che hanno fatto grande Milano. Due capitoli tutti sull’arte contemporanea. I tour fra gallerie, musei, fondazioni, studi d’artista. E un’anteprima nei giorni di miart. Nell’attesa, ecco il trailer…
MILANO, VITE DI UOMINI ILLUSTRI
Cos’avranno in comune uomini d’ingegno e di epoche lontane, come Alessandro Manzoni, Indro Montanelli, Giò Ponti, Enrico Mattei o l’Imperatore Costantino? Tutto e niente, sulle prime. Ma per Pino Farinotti, noto scrittore e critico cinematografico, il minimo comun denominatore è uno, inconfondibile: Milano. I cinque personaggi illustri di cui sopra, per dirla con il titolo del suo titanico progetto, sono alcuni dei “Giants in Milan”. I giganti. Le colonne. Coloro che della città – essendovi legati per destino, origine o adozione – hanno contribuito a scrivere la storia.
Così, dalla lapide custodita nella chiesa di San Giorgio, testimonianza del famoso Editto per la libertà di culto dei Cristiani, fino al Pirellone di piazza Duca d’Aosta, c’è di mezzo un’infinita narrazione fatta di luoghi e intelligenze, di simboli e biografie, di talenti e monumenti, che Farinotti racconta in 16 capitoli video, distribuiti in DVD, realizzati in collaborazione con il Comune di Milano e il Museo interattivo del Cinema, e spalmati tra moltissimi campi più o meno tangenti: la moda, il design, la letteratura, l’architettura, il cinema, il mondo dell’impresa, le istituzioni, la politica e la Chiesa. E non poteva mancare, certamente, l’arte. Con un’attenzione specifica per il contemporaneo.
MUSEI, GALLERIE, ART DISTRICT. L’ESERCITO DELL’ARTE
I volumi IV e V, curati da Rossella Farinotti, critico e curatore, con la regia di Giacomo Favilla, si concentrano su due segmenti. Da un lato il cotè istituzionale, tra pubblico e privato, della Milano che produce, veicola, sostiene l’arte, nell’ampia cornice delle fondazioni, dei musei, delle collezioni: a sfilare sono il Museo del ‘900, Palazzo Reale, il Pac, le Gallerie d’Italia, l’Hangar Bicocca, la Fondazione Trussardi. Dall’altro, la vivace scena delle gallerie – tante, tantissime – per una città che resta il quartier generale del mercato e del collezionismo, delle relazioni strategiche e delle dinamiche di sistema. Qui, a prestare i loro volti, ma soprattutto i racconti, i bilanci e le valutazioni, in un continuo rimbalzo tra presente e passato, sono personaggi assai diversi: c’è Giorgio Marconi, che aprì lo studio Marconi nel 1965 e che oggi – avendo passato il testimone di gallerista al figlio Giò, è a capo della sua fondazione; ci sono figure strutturali e di prestigio, come nel caso dei galleristi Massimo De Carlo e Raffaella Cortese; e ci sono gli artisti, da un maestro come Emilio Isgrò, a un big come Alberto Garutti, fino ai più giovani Federico Tosi, T-yong Chung o Luigi Presicce.
E in questa peregrinazione filmica tra art district, white cube ed atelier, l’altro passaggio necessario è quello tra gli tra spazi indipendenti o in quelle zone periferiche o popolari, rivalutate grazie a progetti di riqualificazione dall’anima creativa: dalla Stecca dello studio Boeri, nell’area Garibaldi-Isola, fino alla Milano underground in cui si evolve il fenomeno della street art. Un grande teatro delle immagini e dell’immaginazione, del lavoro e della dedizione, puntellato da icone già granitiche: tra lo scenografico neon di Lucio Fontana e l’irriverente dito medio di Maurizio Cattelan in piazza Affari.
In occasione di miart, domenica 12 aprile, lo spazio Oberdan proietta i due capitoli, in un unico filmato della durata di 90 minuti. “Non racconto di capolavori che tutti abbiamo già in mente, il Cenacolo di Leonardo, il Bacio di Hayez, il Cristo del Mantegna”, spiega Rossella Farinotti. “Ho provato ad unire diverse realtà attraverso i massimi protagonisti dell’arte di oggi. È un racconto dove le immagini prevalgono, e dove Milano risulta una città internazionale e all’avanguardia, sempre in relazione con un passato importante”.
Helga Marsala
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