Silvia Celeste Calcagno, intersezioni tra performance e ceramica
Ha vinto l'edizione 2015 del Premio Faenza. E adesso, Silvia Celeste Calcagno, espone alle Officine Saffi le sue installazioni in ceramica, connesse a una ricerca fotografica e performativa. In mostra anche un nuovo video
È la vincitrice della 49esima edizione del Premio Faenza, per la sezione over 40. Eclettica, in una chiave tipicamente cross-mediale, Silvia Celeste Calcagno è innanzitutto una performer. Che dal suo corpo parte, per esplorare altre dimensioni, altri linguaggi. Incluso l’universo della ceramica, che l’ha condotta verso quest’ultimo trionfo faentino.
Unica protagonista del suo lavoro, Silvia documenta con la fotografia le sue azioni, archiviando lunghe scritture visive dal sapore intimo. Poi, l’ultima fase: le foto vengono trasferite, con una particolare tecnica di cottura, su piccole tessere di ceramica, assemblate tra loro. Il risultato è tutto in queste ampie superfici musive, strutturate come sequenze di fotogrammi, in cui la narrazione si fa dettaglio corporeo, sensazione tattile, pulviscolo luminoso, mentre l’immagine procede verso lo sfaldamento.
L’artista, fino al prossimo 15 settembre, è in mostra presso le Officine Saffi di Milano con “INTERNO 8 La Fleur Coupée”, a cura di Angela Madesani. Esposte cinque opere realizzate negli ultimi due anni, accompagnate da un video inedito: un frammento di corpo – le mani dell’artista – diventa un micro universo da esplorare, sintetizzato in un bianco e nero nostalgico e affidato al movimento inquieto della camera. Mentre l’azione si perde, indistinta.
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