Gianfranco Maraniello al timone del Mart. Il giorno dell’insediamento
Il Mart di Rovereto ha un nuovo direttore, insediatosi ufficialmente il 4 giugno 2015 con una cerimonia pubblica e una conferenza stampa. Ecco le prime parole di Gianfranco Maraniello, nel video della serata
“Il Mart è un progetto identitario costruito negli anni, la fiducia che c’è e la continuità pluriennale che ha avuto finora sono risorse che ricevo con estrema felicità. Il Museo deve essere un luogo di ricerca e di qualità culturale dalla solida reputazione internazionale e, nel contempo, saper essere interlocutore e centro d’ascolto delle istanze del territorio. Un’istituzione non è nulla senza il suo territorio, così come un direttore non è nulla senza il proprio staff. Per questo è necessario elaborare un progetto chiaro, trasparente, condiviso da tutti i livelli, fuori e dentro il Museo”. Con queste parole Gianfranco Maraniello si è ufficialmente insediato nella sua nuova casa, dopo una cerimonia pubblica tenutasi la sera del 4 giugno. Il Mart di Rovereto, dopo la dipartita improvvisa di Cristiana Collu, accoglie l’ex uomo simbolo del MAMbo, consegnandogli un’eredità importante, una storia eccellente e una serie di istanze fondanti: far fronte ai tagli legati alla spending review, coniugare vocazione storica e ricerca contemporanea, armonizzare il ruolo del pubblico e quello dei privati, essere un museo popolare, capace di calamitare il grande pubblico, ma anche di antenere un rigore scientifico elevato e un profondo radicamento nell’attualità. Ed esserci, sempre più, sul territorio.
“Sono venuto per identificarmi con questo progetto per far parte a pieno titolo di questa comunità”, aggiunge: Maraniello abbraccia la sfida, ringrazia le autorità presenti – c’erano, tra gli altri, Tiziano Mellarini, Assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento, Francesco Valduga, Sindaco di Rovereto, Ilaria Vescovi, Presidente del Mart – e usa un’espressione forte: essere “politicamente responsabili”, un dovere per un’istituzione come questa, per chi ne orienta i destini tra le stanze del potere ma anche per una classe di intellettuali, artisti e operatori culturali, che dentro e intorno al museo lasciano il proprio segno, costituendone la materia viva. Un impegno politico, una responsabilità alta, per la comunità locale e quella nazionale. Nell’attesa di conoscere piani, programmi e nuovi corsi, l’augurio di rito: buon lavoro, direttore.
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