Taras Polataiko e il conflitto in Ucraina. Volti e storie di soldati
Quando un volto inchioda lo sguardo e racconta più di qualunque storia. Intensissimi i ritratti di Taras Polataiko in mostra a Toronto: lui, artista ucraino, ha raccontato così il conflitto che tormenta la sua terra...
Lo scarto è tutto nell’intensità delle espressioni, nella resa carnale del dettaglio, nella prossimità dei volti: occhi negli occhi, a raccontare e domandare, in un silenzio che pesa. Sospesi in un bianco e nero volatile, eppure straordinariamente drammatici, i ritratti di Taras Polataiko, affermato artista ucraino trapiantato in Canada, non lasciano scampo. Inchiodano lo sguardo ma non esauriscono il dubbio, non svelano, non dicono. Esistono e basta. Praticando, nello spazio ambiguo della fotografia, l’arte della presenza e del nascondimento. Tutti uomini, ripresi dalle spalle in su, nudi, adagiati nella loro disperazione stanca. Tutto quello che c’è intorno – la loro storia, la loro situazione, la natura di quel dolore iscritto tra gli occhi e le rughe profonde – non è visibile. La si può solo ascoltare, tramite un paio di cuffie. Polataiko affida così l’esperienza della narrazione a dei nastri registrati, da scoprire individualmente, nell’intimità di una confessione. L’immagine, invece, resta potente ma non esaustiva.
Gli undici ritratti, appartenenti alle serie “War” – già presentata alla National Art Museum of Ukraine nel 2014 – sono esposti oggi fino al 27 giugno 2015 da Barbara Edwards Contemporary, a Tortonto: tutti volti di soldati ucraini, ricoverati presso il Clinical Military Hospital di Kiev. Niente viene mostrato della loro condizione fisica: mutilazioni, corpi provati e smagriti, apparecchiature mediche, tubi, ferite, medicazioni. La sofferenza si concentra all’altezza dello sguardo, completamente.
Tornato di recente in patria, per realizzare questo difficile progetto, l’artista li ha incontrati, ascoltati, immortalati, provando a restituire un’immagine diversa – struggente, privata e non spettacolare – dell’attuale conflitto politico-militare in corso nel suo Paese. Una pagina amara delle vicende geopolitiche dell’est Europa, tramutata in racconto, attraverso un catalogo di storie che è sintesi, umanissima, di una tragedia collettiva: la guerra civile, la trincea quotidiana, il gioco controverso tra indipendenza e appartenenza, il sacrificio umano nel nome del potere.
Helga Marsala
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