Danit Peleg, la studentessa di Israele innamorata della stampa 3D. Il tramonto di ago e filo
Giovane, intraprendente, audace e talentuosa. Una studentessa di Israele sforna per la sua tesi di laurea una collezione moda molto particolare. Tutti gli abiti sono realizzati in maniera tecnologica. Ago e filo? Roba superata
Giovani talenti crescono, nel panorama creativo sempre più fertile di Israele. Arte contemporanea, design, teatro, cinema, ed anche moda. Un vero e proprio laboratorio contemporaneo, fiorito nel cuore di un contesto culturale e politico logorato da infiniti conflitti ed aspre contraddizioni.
La storia di Danit Peleg è esemplare. Quando di mezzo ci sono talento, determinazione, spirito d’innovazione, capacità comunicativa, professionalità e un pizzico di audacia, succede che una studentessa dell’università di Shenkar, a Ramat Gan, trasformi la sua tesi di laurea in fashion design in una bella avventura. Nel settembre del 2014 Danit diede inizio alla sua sfida: lanciare una mini collezione interamente realizzata ein casa, sposando dimensione domestica e nuove frontiere della tecnologia.
I cinque abiti prodotti sono stati creati con una stampante 3D. Niente più ago, filo, forbici e schizzi a mano libera. Una nuova idea di produzione – sempre più diffusa – che passa per l’informatica e che mette in soffitta la versione più romantica del tradizionale ‘fatto a mano’.
Lo spunto iniziale è la celebre tela di Delacroix “La Libertà che guida il popolo”. Scomposta digitalmente nel suo impianto strutturale e trasformata in immagine 3D, l’opera ha rivelato un incastro triangoli: da qui è partita la costruzione di forme, linee, volumi, da cui sono derivati gli abiti.
Dopo varie sperimentazioni, insieme a tecnici e professionisti del settore, la collezione ha visto la luce, grazie anche all’introduzione di FilaFlex, un nuovo tipo di filato particolarmente robusto ma molto flessibile, abbinato alla stampante Witbox.
I cinque modelli dall’aria futuristica – giacche, minidress, top e gonne – si modellano intorno al corpo con le loro strutture plastiche e flessuose, mentre le texture traforate riprendono i pattern geometrici propri delle scomposizioni tridimensionali. Sculture da indossare, capaci di accompagnare il corpo e di disegnare volumetrie decise, elastiche, esatte. È l’ultima frontiera della creatività, per le nove generazioni di artigiani digitali.
Helga Marsala
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