L’11 settembre di Givenchy e Marina Abramovic. Spiritualità ed eleganza lungo il fiume
La coppia d'oro di New York, nei giorni della fashion week: Marina Abramovic, artista, con Riccardo Tisci, stilista, giovane star della moda internazionale. Era lei il direttore artistico di una delle più belle sfilate dell'anno. Ecco cosa è successo con l'evento di Givenchy...
GIVENCHY A NEW YORK. MEMORIE DA UN TRIONFO
A Milano è già tempo di fashion week. Partita la settimana della moda, che segue a ruota quella della Grande Mela. Tra i momenti più intensi dell’affollato calendario newyorchese c’è senza dubbio quello orchestrato da Givenchy, per la prima volta lasciatosi sedurre dalla vetrina americana, dopo una fedeltà prolungata alle sfilate di Parigi.
La collezione donna SS2016 del marchio francese ha preso vita lungo un molo sull’Hudson River, incorniciato da quinte di grattacieli. Apparizioni notturne, fra specchi d’acqua e scorci metropolitani, per un set tanto rigoroso quanto romantico, costruito nel segno di una teatralità onirica.
Solito evento blindatissimo, per pochi vip e giornalisti? Nient’affatto. Riccardo Tisci, direttore creativo della maison – 41enne originario di Taranto, con in tasca un diploma alla Central Saint Martins e all’attivo una sfolgorante carriera – ha scelto un’inedita formula open, con prenotazione libera on line, consentendo a 720 persone qualunque e a 280 studenti del Fashion Institute of Technology di assistere allo spettacolo. Una piccola grande rivoluzione democratica per il fashion system internazionale ed il suo esclusivismo congenito.
Solo bianco e nero, con qualche accenno champagn e oro, per una collezione di altissimo pregio, in cui semplicità e preziosità, candore e mistero, sensualità e severità riescono a mischiarsi con quella naturalezza che è figlia delle ispirazioni migliori. Pizzi, piume, intarsi, merletti, perle, borchie e maschere gioiello: un sottile sincretismo fra Oriente e Occidente, fra mitologico e contemporaneo, evocando senza mai citare.
RCCARDO TISCI SCEGLIE MARINA ABRAMOVIC. MODA, PERFORMANCE E SPIRITUALITÀ
Regina e artefice della serata, insieme all’applauditissimo Tisci, era la grande dame della performance, Marina Abramovic. Già criticata dai più ortodossi per il suo spot Adidas, eccola cimentarsi con un altro super brand. Suoi sono concept e allestimenti per la sfilata newyorchese sul fiume, proprio come il video teaser che la vede nelle vesti di testimonial.
Tra architetture effimere, realizzate assemblando legno riciclato ed alluminio, si muovevano uomini e donne come apparizioni incorporee, mentre sopra piattaforme elevate dei performer compivano una serie di riti simbolici, lentamente: da una coppia che si abbracciava, a una donna che pendeva il suo battesimo sotto un getto d’acqua. Melodie austere e canti lirici, legati a diverse religioni, regalavano allo show un’aura miracolosa, potentissima. In chiusura le note soavi dell’Ave Maria di Schubert.
Un inno alla lentezza, all’amore, al sentimento del sacro e al dialogo tra culture, regalando un tempo meditativo e dilatato alle consuete cornici convulse del fashion. Simbolica anche la data, l’11 settembre, nel ricordo di una tragedia epocale, che giusto in un messaggio d’umanità, di fratellanza e di spiritualità trova l’unica risposta possibile.
Helga Marsala
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