Matthew Barney al MoCA di Los Angeles. Storie di reincarnazione, in un nuovo ciclo faraonico
Sono lontani i tempi di Cremaster, capolavoro in cinque atti di Matthew Barney. Una nuova opera faraonica è adesso esposta al MoCA di Los Angeles: un viaggio fra allegorie, reincarnazioni e antichi miti egiziani
È la prima grande mostra museale di Matthew Barney a Los Angeles. Inaugurata lo scorso 13 settembre e in corso fino al 18 gennaio 2016, “River of Fundament” segna un nuovo importante capitolo nella carriera dell’artistar statunitense.
A tredici anni dalla conclusione del mitico ciclo Cremaster (1994-2002) questa nuova, epica impresa filmica – scritta da Barney in collaborazione con il compositore Jonathan Bepler – si ispira ad Ancient Evenings, un romanzo di Norman Mailer, pubblicato nel 1983 e ambientato nell’antico Egitto. Storie di reincarnazione e rigenerazione spirituale, fra vita, morte, sesso, potere, poesia, allegoria, mitologia, fiction e storia.
Il progetto è stato concepito in origine come il risultato di una serie di atti unici, performati attraverso il paesaggio americano nell’arco di cinque anni.
Al MoCA, insieme alla lunghissima pellicola, sono esposte circa 85 opere collegate al film, fra disegni, storyboard e sculture monumentali, grandi fino a 25 tonnellate. In mostra anche Water Castings, un nuovo gruppo di sculture mostrato per la prima volta.
Helga Marsala
www.moca.org/exhibition/matthew-barney-river-of-fundament
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati