Venezia, 72° Festival del Cinema. Intervista a Antoni Muntadas
Attraversare Venezia, a bordo di una barca. Nulla che abbia a che fare, però, con i più scontati rituali turistici. Stavolta è il grande artista Antoni Muntadas che prova a raccontare la Laguna, con uno sguardo poetico, ipnotico. Nei giorni del Festival del Cinema. Noi lo abbiamo incontrato
Nei giardini del Movie Village, appena fuori dal palazzo del Casinò, ha inaugurato un’istallazione firmata Antoni Muntadas. L’artista barcellonese, trapiantato a New York dal 1971, è un’ habitué in laguna, dove insegna allo Iuav. Il progetto si intitola Derive Veneziane e verrà proiettato ogni sera in loop, per 4 ore di seguito, all’aperto. L’artista ha immaginato una Venezia alternativa e lontana dai percorsi dei cliché turistici, così alla gremita confusione del giorno ha sostituito una fantasmagoria notturna, con paesaggi spettrali e una barca che attraversa i canali con un ritmo misterioso e quasi interrogativo.
Unico suono è il rumore uterino dell’acqua. Muntadas ci ha raccontato un po’ la genesi del progetto e come sia finito proprio al Festival in questi giorni. Noi gli abbiamo rilanciato una sfida situazionista sul tema dei festival del cinema, che lui – pare – raccoglierà fra un paio d’anni…
Federica Polidoro
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