I giardinieri volanti di Milano. Acrobazie botaniche sul Bosco Verticale. Il trailer del film
Si arrampicano fino ad un'altezza di 100 metri, con le loro cesoie, prendendosi cura di un immenso giardino. Disteso fra la terra e il cielo. Parliamo dei "giardinieri volanti" e di un'architettura iconica di Milano. A cui è stato dedicato un film
Quando intorno ad un’architettura si costruisce un racconto, figlio della quotidianità e di uno sguardo letterario. Quando un edificio, già carico di una forza simbolica propria, si tramuta in un teatro urbano, accogliendo narrazioni nuove. È accaduto a Milano, con il Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri, due torri residenziali alte 111 e 78 metri, in zona Porta Nuova, celebri per la loro “pelle” vegetale: i due corpi svettanti in cemento si articolano attraverso una fitta serie di terrazze, per quasi 9mila mq di superficie ricoperta da 900 esemplari arborei. Un giardino monumentale, che congiunge la terra con il cielo, disegnando due lussureggianti segmenti architettonici.
Al margine di questo luogo è nato un piccolo film. Si intitola “The Flying Gardeners” e all’origine c’è un’idea dello stesso Boeri, tradotta in realtà da Blink Fish e supportata dalla Chicago Architecture Biennial, dall’Ambasciatrice culturale di Milano a Chicago, Francesca Parvizyar, e da una serie di sponsor privati.
Protagonisti sono dei tree climbers, esperti arboricoltori che uniscono alle competenze botaniche la passione quella per l’alpinismo o la speleologia. Sono loro, i “giardinieri volanti”, a calarsi ogni tre mesi dall’alto dei due grattacieli, con corde lunghe circa 300 metri, prendendosi cura, piano dopo piano, dell’immensa superficie verde: potano, spuntano, monitorano e proteggono l’incantevole foresta, sbocciata nel cuore di Milano.
L’eccezionalità di un contenitore metropolitano, che della metropoli contraddice la freddezza ed il grigiore, diventa così il soggetto per una sceneggiatura filmica incentrata sullo stupore. Catturare il volo dei giardinieri, appesi alle loro funi, è insieme un esercizio di cronaca e di immaginazione: scene sospese, inquadrature vertiginose, gesti lenti e amorevoli, annegati nel silenzio che buca la coltre rumorosa della città. Fra etica del lavoro, utopie urbane e armonie di natura.
“Non c’è modo migliore”, spiega Boeri, “per raccontare un edificio alto avvolto dagli alberi che farlo dal punto di vista di chi se ne prende cura e cioè questi straordinari arboricoltori volanti che nel cielo di Milano esplorano e conservano la biodiversità del Bosco Verticale”.
Helga Marsala
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