Roma, Festa del Cinema 2015. Jude Law, confessioni di una star
Nel salotto della Festa del Cinema, a incontrare publico e stampa, stavolta c'era Jude Law. Un'altra star che si racconta, a Roma, ricordando esperienze cruciali e condividendo idee, metodi di lavoro, riflessioni sul cinema
Antonio Monda, nuovo direttore artistico del Festival del Cinema di Roma, è noto per l’abilità nel far girare le sue conoscenze personali e azionare la macchina delle conferenze culturali. Se in programma c’erano già i suoi amici Wes Anderson, Noah Baumbach (sceneggiatore di Le avventure acquatiche di Steve Zissou, dove il neodirettore artistico interpretava peraltro se stesso) e Paolo Sorrentino (cammeo di Monda in This Must be The Place), quale migliore occasione per prendere due piccioni con un fava? Nello specifico la fava sta per Jude Law, interprete dell’ultimo acclamato successo di Anderson, Grand Budapest Hotel, e protagonista della serie HBO in lavorazione, The Young Pope, firmata guarda caso da Sorrentino.
Ecco quindi apparire Mr. Law come punta di diamante del “programma di chiacchierate con la star”: un incontro che ha riempito foyer, cavea e Sala Sinopoli all’Auditorium Parco della Musica. Tutto scomposto il biondo attore fedifrago inglese ha raccontato la sua esperienza con Spielberg (A.I. – Artificial Intelligence), il rapporto con Michael Caine, di cui è considerato successore morale, oltre alle differenze tra l’interpretazione del buono e del cattivo, e quelle tra il lavoro a Hollywood o in Europa. E a proposito del cinema sulla West Coast, Law ha confessato la cecità di alcuni Studios di fronte a opere geniali: si parlava del suo film preferito, l’unico che riuscì a girare Charles Laughton e che resta una pietra miliare della storia del cinema, La morte scorre sul fiume. Ecco alcuni estratti dell’appuntamento.
Federica Polidoro
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