Premio Masaccio, 1958-1968. E poi? Storia e progetti futuri, in una giornata di studi
Una giornata di studi che riparte dal 1968, anno in cui si arenò, dopo un felice decennio, il Premio Masaccio. A San Giovanni Valdarno si ripercorrono spunti e opere di quell'edizone, immaginando una possibile rinascita
Nasceva nel 1958, con una mission specifica per la pittura estemporanea. Il Premio Masaccio, istituito dal Comune di San Giovanni Valdarno, ha cambiato pelle negli anni, giungendo nel 1968 alla più sperimentale delle sue edizioni: un anno di grande fermento, per un momento di indagine intorno alle più innovative tendenze dell’arte contemporanea. La pittura passava in secondo piano, mentre emergevano le ricerche di artisti come Gianni Pettena, di gruppi di architettura radicale come UFO e di sperimentatori votati alla contaminazione, contro la linea della tradizione. E quella fu, purtroppo, anche l’ultima edizione. Nel massimo del suo vigore, il Premio Masaccio chiudeva il suo ciclo.
Con una giornata di studi dal titolo “Il Premio Masaccio: storia e progetti” – promossa da Casa Masaccio Centro per l’ Arte Contemporanea, sede della Collezione Comune d’Arte Moderna e Contemporanea, in collaborazione con il Museo Novecento di Firenze – si è provato a ripartire da lì e a capire se e come poter avviare un percorso di ripartenza per questo premio dai diversi volti e dai molti meriti.
Un’esperienza intensa, divisa in due sezioni: dal ricordo dell’intervento di Pettena a Palazzo d’Arnolfo e dell’happening di UFO, all’approfondimento della partecipazione degli allora emergenti Alighiero Boetti e Giulio Paolini; dallo speech dello storico e critico d’arte di Michele Loffredo, che ha ricostruito la vicenda del Premio, a un dibattito corale fra curatori, critici, artisti e rappresentanti di tante realtà istituzionali e culturali d’Italia. Fino a una serie di proiezioni, concerti, installazioni: tra questi, l’allestimento en plein air della gigantesca Cupola (s)gonfiabile del Duomo di Firenze, realizzata da Lapo Binazzi/UFO nel 2015, sulla base di un progetto di quarant’anni fa, e l’omaggio musicale del Maestro Giancarlo Cardini a Giuseppe Chiari, altro illustre protagonista del Premio Masaccio, nella felice edizione del ‘68.
Helga Marsala
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