Alcune griffe, come Miu Miu, hanno spinto la ricerca dell’eccellenza anche verso il settore video, spesso coinvolgendo grandi nomi dell’arte o dell’avanguardia cinematografica. Il risultato è che le pubblicità delle maison, oltre ad avere un grande impatto visivo, colpiscono per ispirazione e poetica.
Delpozo, per esempio, lancia una campagna Spring/Summer 2016 molto efficace, dove la modella Mia Greenwald, una sorta di Alice contemporanea, vaga in un labirinto escheriano inseguendo una palla rossa fino ad arrivare in uno spazio che, questa volta, sembra preso in prestito a de Chirico. Oggetto del desiderio della ragazza diventa il mezzo busto romano che campeggia al centro del patio (qui è Bunuel a metterci lo zampino). Tutto questo a ritmo di sirtaki nella Muralla Roja di Alicante in Spagna. Merito dell’idea al regista Pablo Maestres.
Subjective Reality per Miu Miu di Gordon Von Steiner, regista emergente attualmente tra i più apprezzati, affianca le affiche pubblicitarie di Steven Meisel. Ambientato nell’East Village e a Brooklyn (New York) non ha nulla da invidiare al meglio del cinema del nuovo millennio, inclusa una colonna sonora tra le più belle degli ultimi decenni, a cura del duo Saunder Jurriaans e Daniel Bensi: must delle migliori library di jazz contemporaneo.
Rolling with Emilio Pucci è il primo filmato pubblicitario di Emilio Pucci da quando Massimo Giorgetti ne è diventato direttore creativo. Le atmosfere qui sono un po’ quelle della Nouvelle Vague, soprattutto Truffaut, ma con qualche suggestione nordica alla Bergman. Si tratta di una particolare lezione di skateboard in un bosco incantato… Gli skate esistono davvero, in edizione limitata, creati da Pucci insieme alla scuola avizzera di arte e design ECAL. Anche qui la musica di Geno Carrapetta (Privé) è il plusvalore dell’opera, diretta dal giovane australiano Edward Housden.
Here Now di Gregg Araki per Kenzo è davvero il video più strano. Qui i riferimenti si possono rintracciare in Federico Fellini, Andy Warhol e Kenneth Anger. Il regista è famoso per la trilogia Teen Apocalypse (Completamente Fuori di Testa, Ecstasy Generation e Doom Generation) sulla sessulità e l’alienazione degli adolescenti. Anche in questo lavoro, un vero e proprio cortometraggio con tanto di storia, gli adolescenti tornano protagonisti. In passato la società aveva lavorato con David Fincher e Spike Jonze.
Gucci: The Director’s Cut di Glen Luchford è un’aberrazione estetica, in senso descrittivo, dove la camera sembra catalettica quanto gli attori/modelli che vi si muovono davanti. Un gruppo di rampolli, sicuramente molto sballati, che danzano ipnotizzati come in un antico rituale dionisiaco. Qui si pubblicizza la collezione Cruise 2016, per le vacanze fuori stagione, insomma: non una cosa per tutti.
– Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati