A chi parla l’arte contemporanea? Un corto per lanciare il 4° Premio Cramum
Sabino Maria Frassà e Andi Kacziba lanciano la quarta edizione del Premio Cramum con un corto. Il film riflette sulle dinamiche tra produzione e fruizione dell’arte.
Ieri il Museo del Novecento ha ospitato l’anteprima assoluta del corto intitolato A CHI PARLA L’ARTE CONTEMPORANEA?, promosso dalla Fondazione Giorgio Pardi insieme all’associazione cramum, diretto da Sabino Maria Frassà e da Andi Kacziba (fotografia di Davide Arieni; post-produzione Massimo Arieni). Quattro grandi domande strutturano il progetto video, un cortometraggio dove intervengono artisti, curatori, critici, direttori di musei e giornalisti. “Il corto presenta il punto di vista di 30 persone con 30 idee forti, – dice Sabino Maria Frassà – inevitabilmente molto diverse tra loro. Ciò nonostante alcune parole ricorrono spesso e, forse, sono il punto di partenza per la riflessione che ciascuno di noi dovrebbe e/o potrebbe fare sull’arte oggi: autoreferenzialità, mercato, finanza, pigrizia e ignoranza”. Completa Andi Kacziba, co-direttore del corto: “Ognuno di noi ha poco tempo, la fruizione dell’arte si scontra sempre di più con la velocità della comunicazione: è importante che ciascuno di noi sviluppi degli strumenti atti a selezionare quale arte vivere”.
IDENTIFICAZIONE DELL’INTERLOCUTORE ED EFFICACIA LINGUISTICA
Il video, girato il 13 maggio 2015 a Palazzo Isimbardi a Milano, è asciutto: fondo nero, mezze figure o primi piani e pensieri di chi ha a che fare con l’arte ogni giorno. Un contenitore di suggestioni che ragiona sulle possibilità del linguaggio contemporaneo e sui suoi limiti, sulla sua comprensibilità e funzione, sul ruolo del pubblico nel XXI secolo.
La prima domanda rivolta agli ospiti riguarda l’identificazione dell’interlocutore. Le opinioni degli intervistati sono eterogenee, da chi ha un approccio più sentimentale, a chi ne fa una questione filosofica. I più adulti tendono a razionalizzare. I più giovani idealizzano il proprio ruolo. L’arte è per chi è disposto ad accoglierla oppure è per tutti? L’arte è di nicchia o è più appropriato definirla autoreferenziale? Fatta dagli artisti per se stessi o per entrare in comunicazione col mondo? L’arte è per pochi oppure anche per quelli che non la considerano?
La seconda questione presentata riguarda l’efficacia del messaggio. In questo capitolo si constata la natura proteiforme dell’arte contemporanea e si cerca di definire se sia efficiente il sistema di comunicazione legato ad essa. Un’opera contemporanea si può leggere in base al proprio orizzonte culturale oppure, se codificata, bisogna avere accesso ai suoi codici. L’arte può essere fraintesa, è quindi utile comprendere cosa comporta un’interpretazione sbagliata.
VEICOLAZIONE DEL MESSAGGIO E FUNZIONE DEL PUBBLICO
Il terzo punto è “Come deve essere comunicata l’arte contemporanea?”. Secondo la maggior parte dei partecipanti ha bisogno di filtri. Se non è immediata, allora serve veicolare il messaggio. Qui fondamentale diventa la figura del curatore che, una volta identificato l’interlocutore, deve fornirgli la chiave d’interpretazione più adatta. Servirebbe, poi, anche un’educazione all’arte più approfondita nelle scuole. Qualcuno segnala casi in cui il messaggio è mistificato in partenza, quando cioè l’artista si assoggetta alle dinamiche delle nuove ideologie economiche, dichiarandosene tuttavia contrario.
L’ultima sezione del corto lascia ampio spazio alla problematica del destinatario. Il pubblico dell’arte contemporanea è passivo, non partecipa. Che sia pigrizia o ignoranza è una questione di opinioni. Di certo ci vuole impegno per fruire di un’opera contemporanea. Serve tempo per analizzarla in profondità. Il feedback è importante, ma l’artista deve lavorare a prescindere dalla risposta, mantenere la propria integrità e indipendenza. Le critiche fanno parte del gioco: indicano, per esempio, che l’opera esce dalle categorie mentali dell’osservatore.
ALLA BASE DELLA COMPRENSIONE DELL’ARTE
Il film cerca di fare chiarezza su alcuni temi caldi, stimola il confronto, e arriva alla conclusione che la cultura è il termine imprescindibile senza il quale non si può accedere alla comprensione dell’arte. L’impegno nella lettura e nell’interpretazione dell’opera è l’altra condizione fondamentale per la sua fruizione. In ultimo, il sistema economico che regola il mondo dell’arte deve garantire massima visibilità, comprensibilità e accesso al più ampio numero di persone.
IL PREMIO CRAMUM E I SUOI FINALISTI
L’associazione cramum, che da parte sua supporta e promuove i migliori giovani artisti che operano in Italia, e la Fondazione Giorgio Pardi, che combatte la fuga di cervelli, assegneranno anche quest’anno un premio connesso ad un percorso di crescita artistica e visibilità, con mostre itineranti per l’Europa fino alla conclusione prevista al Museo Francesco Messina di Milano.
I dieci giovani finalisti del premio cramum (Gianluca Brando, Gianni Colangelo, Max Coppeta, Flora Deborah, Donatella De Rosa, Isabella Fabbri, Matteo Fato, Fabrizio Milani, Giuliana Storino, Kwangwoo Han) saranno in mostra a Palazzo Isimbardi dal 10 maggio al fianco di artisti di fama internazionale, quali Ulla von Brandenburg, Szilárd Cseke, Emilio Isgrò, Lin Ylin, Urs Luthi, Luigi Presicce e Laura de Santillana.
COMITATO SCIENTIFICO
Quest’anno il Comitato scientifico sarà composto da giornalisti, professori delle più importanti università/accademie italiane, curatori e direttori di musei: Leonardo Capano, Nushin Elahi, Julia Fabényi, Maria Fratelli, Ingrid Gentile, Rose Ghezzi, Katie Hill, Angela Madesani, Michela Moro, Adriana Polveroni, Renato Rizzo, Alba Solaro, Nicla Vassallo. Infine si aggiunge alla giuria Iolanda Ratti del Museo del 900.
Grazie alla collaborazione con Skira Editore, anche la 4° edizione del premio si arricchirà di una pubblicazione dal titolo A chi parla l’arte contemporanea?, Vox Clamandi, sempre a cura di Sabino Maria Frassà.
– Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati