Ancora il weekend per vedere Synchronicity a Prato. Mostra da non mancare a Palazzo Pretorio
Il percorso espositivo pensato da Stefano Pezzato per il Museo di Palazzo Pretorio è un esperimento che, in realtà, non ha mai fine; perché, come diceva Carl Gustav Jung, “il solo criterio di validità della sincronicità è l’opinione dello spettatore”. Infinite dunque sono le sincronicità attivabili.
“Questo percorso s’ispira al testo ‘La sincronicità’ di Carl Gustav Jung e combina un compendio di arte contemporanea allo splendido patrimonio storico-artistico di Prato – spiega Stefano Pezzato. – Synchronicity non è una semplice mostra, ma un confronto diretto tra opere del passato e del presente, messe a confronto non solo secondo una sincronia temporale espositiva ma secondo una sincronicità, cioè l’attivazione di significati e relazioni tra le opere”.
Synchronicity propone una trentina tra opere, installazioni e video-installazioni di arte contemporanea che vanno a intrecciarsi alla collezione permanente del Museo, che può contare su un patrimonio artistico che spazia dalla prima metà del Trecento al tardo Novecento. Il visitatore, quindi, accanto alla Madonna della Cintola di Filippo Lippi può vedere Concetto Spaziale di Lucio Fontana, accostata al ritratto di Re Umberto I, sovrano assassinato per mano di un anarchico pratese, e l’opera di Gilberto Zorio, Odio. Nel percorso espositivo la Abramovič è contrappuntata al seicentesco Battistello, Matthew Barney – con la sua Cremaster Suite perfettamente collocata – sfida a colpi di sguardi i gessi e le sculture dell’artista pratese dell’Ottocento Lorenzo Bartolini. E poi ci sono Duchamp, una poetica installazione di Vittorio Corsini, Daniel Spoerri, Alberto Moretti e Bruce Nauman.
Un “modello di museo ideale”, come lo definisce Pezzato, che inizia ad attivare le sue sincronicità a partire da L’ultimo abbraccio di Lipchitz: la più recente opera della collezione del Museo (1970) simboleggia la nascita del collezionismo privato a Prato, di cui Giuliano Gori, presente in mostra nel ritratto di Andy Warhol posto proprio di fronte alla scultura di Lipchitz, è figura cardine. Un ultimo abbraccio che getta idealmente un ponte tra Officina Pratese del ‘400, Factory e una futura Officina Contemporanea.
– Luca Giuntini
Prato, fino al 10 Gennaio 2016
“Synchronicity Contemporanei, da Lippi a Warhol” a cura di Stefano Pezzato
MUSEO DI PALAZZO PRETORIO
Piazza del Comune, Prato
0574 1934996/1837860
www.palazzopretorio.prato.it
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