Dalton Trumbo, Hollywood ai tempi della caccia alle streghe
La vera storia di Dalton Trumbo è una metafora dell’ipocrisia e del conformismo hollywoodiano, un film politico nel momento di tensione di #OscarSoWhite, con Kirk Douglas che si schiera a suo favore.
Candidato a due premi Oscar (Miglior Attore Protagonista, Bryan Cranston, e Attrice non Protagonista, Helen Mirren), L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, è uno dei film di punta della stagione. Le vicende sono quelle, vere, del grande sceneggiatore di Hollywood che scrisse Vacanze Romane. Trumbo, durante il maccartismo, finisce nella blacklist degli Hollywood 10, ovvero i dieci individui condannati dal Congresso, dopo aver rifiutato di rispondere alle domande sul presunto coinvolgimento con il partito comunista.
Lo sceneggiatore, presenza fissa nella scena sociale hollywoodiana dell’epoca, attivista politico e sindacalista, si batte per il riconoscimento dei diritti civili e della parità di retribuzione. Si schiera contro l’assurdità e l’ingiustizia delle liste di proscrizione che, in quel periodo, coinvolgono tutti. Per tredici anni dopo la condanna, ostracizzato da produttori e colleghi, finito sul lastrico e senza una casa, continua a lavorare sotto falso nome per produzioni low budget. La rivincita arriva quando Kirk Douglas e Otto Preminger finalmente lo annoverano nei titoli dei loro rispettivi successi di botteghino, Spartacus ed Exodus.
LA LETTERA DI KIRK DOUGLAS
E proprio Kirk Douglas (classe 1916), attore e produttore del film Spartacus, premiato agli Oscar nel 1960, ha rilasciato una lettera aperta a sostegno della pellicola.
“Come attore è facile fare l’eroe; lottiamo contro i cattivi e ci battiamo per la giustizia. Nella vita reale le scelte non sono sempre così semplici. Le liste nere di Hollywood, che sono state ricreate in maniera potente nel film ‘L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo’, fanno parte di un’epoca che ricordo molto bene. Le scelte erano difficili, le conseguenze dolorose e molto reali. Nel periodo delle liste nere ho avuto amici che sono stati costretti a esiliare, perché nessuno li faceva lavorare; attori che si sono suicidati dalla disperazione. Lee Grant, mia giovane co-protagonista nel film ‘Detective Story’ (1951), non ha potuto lavorare per quasi dodici anni, dopo essersi rifiutata di testimoniare contro il marito di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane. Fui minacciato di essere additato come comunista e rovinare così la mia carriera, se avessi fatto lavorare in ‘Spartacus’ il mio amico Dalton Trumbo, sceneggiatore proscritto nelle liste nere. Ci sono momenti in cui bisogna lottare per i proprio principi. Sono davvero orgoglioso dei miei colleghi attori che usano la loro influenza pubblica per lottare contro le ingiustizie. A 98 anni ho imparato una lezione dalla storia: spesso si ripete. Spero che ‘L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo’, importante pellicola, ricordi a tutti noi che le liste nere sono state un periodo terribile per la nostra nazione, ma che possiamo trarne insegnamento in modo che fatti del genere non si ripetano mai più.”
AL CINEMA DALL’11 FEBBRAIO
Il film, che in Italia uscirà l’11 febbraio, è tratto dal libro Dalton Trumbo di Bruce Cook, in libreria dal 28 gennaio edito da Rizzoli. Nel cast anche Diane Lane, John Goodman, Elle Fanning, Michael Stuhlbarg, Alan Tudyk, David James Elliott, Adewale Akinnuoye-Agbaje e Louis C.K.
– Federica Polidoro
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