La performance di Vanessa Beecroft per la sfilata di Tod’s al Pac di Milano
L’ha voluta Diego Della Valle per sottolineare il legame tra artigianalità e arte: ecco la performance di Vanessa Beecroft per l’apertura della sfilata Tod’s al Pac di Milano. Ma in febbraio una coreografia per il fashion show di Kanye West l’ha fatta entrare nei record
“L’artigianalità è arte, una grande ricchezza da incentivare” sostiene Diego Della Valle. E per la sfilata Tod’s del 26 febbraio scorso al Pac di Milano, l’imprenditore marchigiano ha coinvolto Vanessa Beecroft.
All’artista, che aveva a disposizione modelle da passerella e la super top Karlie Kloss, è stato imposto però il divieto di usare la nudità. Quando gli artigiani marchigiani sono arrivati con il campionario, lei non ci ha pensato due volte a tagliuzzare i modelli in mille pezzi: se non poteva usare la pelle delle donne avrebbe usato quella dei vestiti. Gli stracci informi rimasti sono stati quindi avvolti attorno ai corpi perfetti delle ragazze da passerella, fermati da spille e impunture di metallo, con un effetto altrettanto potente. All’interno della coreografia composta dalle tredici modelle e un lungo tavolo di legno, ancora una variante: la presenza di Toni, storico maestro artigiano del marchio, in piedi al centro in camice bianco come una sorta di demiurgo creatore. Pare che VB Handmade, come l’artista genovese ha voluto chiamare l’azione, omaggio al Made in Italy, sia stato un progetto consigliatole dalla sempre più guru Franca Sozzani. La Beecroft è fuori dal circuito delle gallerie da una decina d’anni, da quando cioè ha tagliato i ponti coi suoi dealer Jeffrey Deitch e Larry Gagosian. Ma Beecroft recentemente si è anche riciclata come coreografa per il fashion show al Madison Square Garden firmato Kanye West (con cui è alla dodicesima collaborazione). Lo spettacolo, in diretta contemporanea in 700 sale in 23 paesi e in streaming su Tidal, ha avuto più di 20 milioni di spettatori, facendo diventare la performance la più seguita della storia dell’arte, come testimonia l’articolo pubblicato su ARTnews il 17 febbraio. Sarà mai questo un valore aggiunto?
– Federica Polidoro
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