Il Pedocìn, l’ultima spiaggia al mondo dove ancora gli uomini e le donne sono divisi da un muro
Proiezione speciale a Cannes dedicata al documentario surreale sul caso dell’ultima spiaggia divisa per generi. Che è in Italia. I registi raccontano il progetto ad Artribune.
Pedocìn è una spiaggia comunale vicino Trieste, un luogo sospeso nel tempo dove ancora uomini e donne sono divisi. Con L’ultima spiaggia Thanos Anastopoulos e Davive del Degan hanno documentato la vita di questa striscia di ciottoli sul mare lungo un intero anno, facendo un affresco della comunità che anima uno spazio così singolare in una terra di confine. I due registi hanno osservato i comportamenti umani come entomologi e alla fine le persone quasi non hanno più fatto caso alla loro presenza.
Nelle giornate al sole tiepido del nord s’incontrano i vecchietti per sfamare i gatti, chiacchierare, prendere la tintarella, semplicemente per passare il tempo. Un tempo riempito di pensieri, a volte tetri e altri allegri, di canzoni dimenticate oppure dell’ultima hit americana. Mentre si mangia un panino portato da casa e si beve un bicchiere di vino, il gatto si alliscia la coda, si parla di vita e di morte, di chi se n’è andato e non tornerà più. E quando si cerca di definirsi e cercare la propria identità diventa chiaro che lo schermo è uno specchio e descrive chi lo osserva, le sue paure, gioie e frustrazioni, i suoi desideri, speranze e ideali. Nella vecchietta truccata, che una volta Pirandello avrebbe descritto nel suo saggio sull’umorismo, c’è una forza e un amore per la vita che superano lo strazio per la finitezza umana. Nel suo sculettare, ballando nel bagliore caldo del crepuscolo, tutta la poesia dolorosa dell’esistenza. Non è chiaro quanto volontario sia stato il risultato ottenuto, ma è certo che l’ospitalità per questo film a Cannes è molto meritata, limitata alle proiezioni speciali forse perché si tratta di una pellicola talmente fuori dagli schemi da non rientrare in nessuna classificazione di genere. I registi si sono intrattenuti con noi nel salotto dell’Italian Pavilion per raccontarci l’idea dietro al documentario.
– Federica Polidoro
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