Yayoi Kusama in mostra a Stoccolma. Il video prodotto dal Moderna Museet
La regina dei polka dots, Yayoi Kusama, è protagonista di una grande retrospettiva al Moderna Museet di Stoccolma. In occasione della mostra, il museo dedica all'artista giapponese un breve ma intenso video. Scopritelo qui.
“La terra è un punto. Io sono un punto. La luna è un punto. Il sole è un punto. Le stelle sono punti. I punti sono tantissimi, infiniti; ed è per questo che la mia vita è stata una continua battaglia per la creazione della mia arte”. Dolce, fragile, visionaria, ostinata. È Yayoi Kusama (Matsumoto, 1929), una piccola donna dallo sguardo malinconico che ha dedicato tutta la sua vita, minuto per minuto, alla creazione artistica. La pittura è stata la sua prima ossessione, iniziata in tenerissima età nel natio Giappone, e poi proseguita in America, dove si trasferisce per cercare fortuna nel mondo dell’arte e dove inizia a sperimentare anche con l’installazione e la performance. Dopo un inizio difficile, caratterizzato da povertà e frustrazione, Yayoi inizia a farsi notare con la sua arte poetica e ossessiva, che affascina il pubblico, la critica e i suoi colleghi artisti.
In occasione della mostra In Infinity, appena inaugurata al Moderna Museet di Stoccolma, l’istituzione svedese racconta la storia di Yayoi Kusama, oggi 87enne, in un video breve ma illuminante: preciso nel rievocare il passato dell’artista ma anche il suo presente, che si divide tra mostre nelle gallerie e nei musei più grandi del mondo e la vita in istituto psichiatrico, una realtà quotidiana per l’artista sin dagli Anni Settanta, quando le venne diagnosticato un disturbo compulsivo.
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Yayoi Kusama, Kusama with Pumpkin, 2010 © Yayoi Kusama Installation View – Aichi Triennale 2010. Courtesy Ota Fine Arts, Tokyo/ Singapore; Victoria Miro Gallery, London; David Zwirner, New York; and KUSAMA Enterprise
La mostra al Moderna Museet presenta un gran numero di lavori che raccontano l’intera carriera dell’artista, dagli anni Cinquanta a oggi: dipinti, disegni e sculture ma anche installazioni ambientali e materiale documentario relativo alle azioni performative, con particolare attenzione ai lavori degli Anni Ottanta, realizzati dalla Kusama dopo il suo ritorno in Giappone.
– Valentina Tanni
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