Non chiamatela musa: la storia di Leonora Carrington
Nota al grande pubblico grazie al suo intenso e burrascoso rapporto sentimentale con Max Ernst - che poi sposò Peggy Guggenheim - Leonora Carrington non fu semplicemente una musa. Fu un'artista a tutto tondo. In questo video si racconta la sua storia, con immagini e prezioso materiale d'archivio.
DALL’INGHILTERRA A PARIGI
Una vita lunga e densa di avvenimenti, quella di Leonora Carrington (Clayton-le-Woods, Regno Unito, 1917 – Città del Messico, 2011), artista e scrittrice di area surrealista. Nota ai più per il suo rapporto con Max Ernst, una storia d’amore intensa e romanzesca sullo sfondo della Parigi delle Avanguardie, la Carrington fu in realtà un grande talento, una personalità eccentrica e magnetica, uno spirito libero e anticonformista. Nata in una famiglia benestante del Lancashire, in Inghilterra, Leonora aveva da subito dimostrato una forte insofferenza verso l’ambiente borghese di provenienza, e la sua passione innata per l’espressione artistica la portò presto lontano dai suoi cari. Accanto ad Ernst visse una stagione d’oro, circondata da grandi artisti e nuove idee, ma quando l’artista tedesco fu arrestato dal governo di Vichy, alla fine degli Anni Trenta (fu liberato grazie all’intervento di Peggy Guggenheim, che poi divenne sua moglie), la sua vita subì una serie di scossoni: la guerra, la solitudine, il disorientamento, la malattia mentale.
LA NUOVA VITA IN MESSICO
Dopo una serie di spostamenti, a Madrid e poi a Santander, dove visse per un periodo in un ospedale psichiatrico, la Carrington ritrovò finalmente la sua dimensione in Messico, dove arrivò aiutata da un diplomatico amico di Picasso conosciuto a Parigi, Renato Leduc. Qui Leonora scopre la sua arte: scrive, disegna, scolpisce, dipinge. E diventa una delle artiste più apprezzate del Paese; pian piano la sua pittura arriva anche in America e poi in gallerie e musei di mezzo mondo.
In questo video, pubblicato dal quotidiano The Guardian, la storia di Leonora Carrington viene raccontata da sua cugina, la giornalista inglese Joanna Moorhead, che descrive la personalità dell’artista con grande accuratezza, aiutata da foto delle opere e da stralci di una straordinaria intervista realizzata alla fine della sua vita. Una conversazione illuminante, durante la quale la Carrington, incalzata da domande che si sforzano di trovare la causa ultima della sua vocazione artistica, e di descrivere le sue opere usando le parole, risponde decisa: “L’arte è un mondo fatto di immagini, tu stai cercando di trasformarlo in una specie di gioco intellettuale, ma non è così. Il mondo delle immagini è totalmente diverso.”
– Valentina Tanni
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