Il futuro del cinema. Al Festival di Venezia un documentario indaga le mutazioni della tecnica cinematografica
Michael Palm presenta a Venezia, nella sezione documentari, un film dedicato al futuro del cinema. Come cambiano i supporti, le tecniche, il mestiere degli addetti ai lavori. Vi mostriamo qualche estratto.
“Bisogna accettare il fatto che ogni film è transitorio, non può durare per sempre, è come un sogno, perché è come la nostra vita, non è eterno” afferma Apichatpong Weerasethakul in Cinema Futures, film-saggio realizzato dal regista austriaco Michael Palm. Il film indaga la mutazione dei formati cinematografici, dai film girati in pellicola a quelli digitali, e le conseguenze che tale cambiamento determina a livello artistico, produttivo, distributivo e conservativo. E se si profetizza la morte dei film girati in pellicola, in realtà anche il supporto digitale non è alieno da problematiche riguardanti l’archiviazione, la riproduzione e la migrazione dei supporti. Come ha ricordato Palm, i film digitali sono come i simulacri presenti in Blade Runner, destinati a vivere, come loro, per solo quattro anni, che è la durata media di un supporto digitale prima che sia sostituito da uno più avanzato. I conservatori e gli archivisti cinematografici sono consapevoli di questo, perché gli archivi filmici sono come dei musei, archivi della memoria in grado di raccogliere la storia del cinema e la memoria collettiva.
Per questa sua indagine Palm ha intervistato registi (Martin Scorsese, Christopher Nolan), archivisti (Paul Klamer della Library of Congress), restauratori (della Sony Pictures), filosofi (Jacques Rancière) curatori di musei, storici del cinema (Tom Gunning e David Bordwell), artisti (Tacita Dean). Una mappatura che non intende fornire risposte uniche quanto analizzare, servendosi di testimonianze diverse, il futuro del cinema nell’epoca digitale.
“Gli archivi non influenzano soltanto la percezione del passato, ma determinano anche le potenzialità e le possibilità del futuro” afferma Palm. E aggiunge “in altre parole Cinema Futures si occupa del futuro della storia del cinema, perché la storia che è raccolta negli archivi permette di fare nuove scoperte e di fornire nuove possibilità a film del passato. Ed è questo l’aspetto utopico dell’archivio, di dissotterrare e riportare in luce opere che non erano mai state viste prima.”
– Lorenza Pignatti
www.mischief-films.com/filme/cinema-futures
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati