Everything, il videogame dove ogni cosa è giocabile

Un videogame non convenzionale, che punta a far sviluppare al giocatore un profondo senso di empatia con il mondo che lo circonda. David OReilly, enfant prodige dell'animazione 3D, sta per lanciare un gioco per Playstation. Ecco il trailer

A tutti gli appassionati di gaming (ma non solo a loro) consigliamo di segnare sul calendario la data del 21 marzo. A fine mese è infatti prevista l’uscita per Playstation 4 di Everything, il nuovo incredibile videogioco di David OReilly (Kilkenny, 1985), enfant prodige dell’animazione 3D e pluripremiato esploratore della glitch art.
Se nel 2014 OReilly ci aveva già stupiti con Mountain, un disarmante simulatore di montagne disponibile per Mac, PC, Linux, iOS e Android, questa volta si spinge ancora oltre, superando di gran lunga la tradizionale concezione di “giocabilità”. Definito dallo stesso autore come un “simulatore di coscienze”, Everything dà la possibilità al giocatore non solo di esplorare paesaggi e galassie, ma anche e soprattutto di scegliere sempre differenti ruoli attraverso cui agire. Si avrà così la facoltà di impersonare qualunque oggetto o soggetto presente, anche animali o piante, fino a immergersi, con una visione microscopica, all’interno della vita di batteri e parassiti. Ogni cosa è giocabile, ogni elemento è connesso, e ogni evento, come suggerisce il teaser, è essenziale.

VIDEOGIOCHI ESISTENZIALI

Everything diventa così un pretesto per sviluppare empatia nel fruitore, portandolo a riflettere su tematiche prettamente filosofiche come l’armonia cosmica o la reincarnazione. Videogiochi simili confermano una tendenza contemporanea molto diffusa, quella che sta allontanando il settore da un approccio puramente ludico per approdare a una visione esistenziale. Pensiamo ad esempio a Walden, il videogioco che simula l’esperienza di contemplazione nei boschi di Thoreau, di cui vi abbiamo parlato pochi giorni fa.
Concetti questi, che non sono del tutto estranei all’universo di OReilly, che già nel 2011 con il suo cortometraggio The external world, presentato sia al 67° Festival del Cinema di Venezia che al Sundance Film Festival dello stesso anno, era riuscito a raccontare situazioni grottesche attraverso l’uso di personaggi fortemente empatici, ben descrivendo quel genere di malinconia che accomuna tutti gli esseri viventi.

– Valerio Veneruso

www.everything-game.com

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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