Reverie balla da sola. Una performance alla Fondazione Mudima di Milano
Eloisa Reverie Vezzosi, giovane artista toscana, mette la performance al centro della sua ricerca. In questo video un estratto in esclusiva della sua azione alla Fondazione Mudima di Milano
“Cara visitatrice / Caro visitatore, permettimi di darti del tu.” Comincia così la lettera che Reverie consegna ai visitatori arrivati alla Fondazione Mudima di Milano per assistere alla sua performance. Una missiva in cui invita chiunque a interagire, stimolandolo a fotografare, registrare, scrivere appunti. In una sola parola a documentare ciò che sta vivendo e a spingerlo a pubblicare il suo materiale on line, usando l’hashtag #tempozeroreverie oppure a inviarglielo all’indirizzo email [email protected]. Tutto ciò che i visitatori le manderanno diventerà parte dell’opera finale.
Ma chi è Reverie e perché “tempo zero”? Vi sarà capitato di incontrare a una mostra una ragazza dal corpo filiforme, sempre in compagnia di una rosa, dall’innata eleganza che si confronta con le opere esposte. Lo fa in maniera quasi morbosa, ma con vero attaccamento, con passione, con una non celata reverenza. Dopo numerose performance in cui era presa da una specie di sindrome di Stendhal, usando sempre outfit diversi e coreografie ad hoc, Reverie si mette in gioco in prima persona. Parte dal tempo zero per mettersi a nudo e diventare lei l’artista, la protagonista della performance, anche se si svolge all’interno di una mostra, in questo caso di Alessandro Verdi. Qui ci chiede di diventarne parte e di documentarne lo svolgimento. “Quello che farò è imponderabile, momentaneo, immanente e imminente. Niente di premeditato: sarai tu involontariamente a portarmi ad agire”.
Qui un estratto video di documentazione della performance, girato da Chiara D’Ambros e pubblicato in esclusiva da Artribune.
– Daniele Perra
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