Voices&Borders: un festival di danza, musica e immagini a Milano
Un'estate “ribelle” e multiculturale alla Fondazione Feltrinelli di Milano. Cinque giornate per cinque artisti e una parola chiave per ognuno: acqua, democrazia, ribellione, città, diversità. Ecco un'anteprima video in esclusiva per Artribune
Da oggi 11 luglio fino a domenica, la Fondazione Feltrinelli di Milano ospita il festival Voices & Borders, una chiusura forte per Stagione Ribelle, il cartellone di iniziative che ha animato gli spazi del centro di ricerca da settembre 2017 a luglio 2018.
“Con questa rassegna, che di fatto chiude la nostra prima stagione di iniziative cominciata a settembre dello scorso anno” commenta Massimiliano Tarantino, Segretario Generale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli “la Fondazione sperimenta la forza dei linguaggi performativi come serbatoio creativo in grado di alimentare narrazioni e immaginari. Un festival inedito, con spettacoli e laboratori ogni giorno, che tratteggia il centro di ricerca di viale Pasubio a Milano come un luogo di sperimentazione e ibridazione dove i temi della contemporaneità incontrano le arti”.
Cinque artisti per cinque giorni – Chris Watson (sound recording), Ariella Vidach (danza), ZimmerFrei e Carlos Casas (video), Ater Balletto-Fondazione Nazionale della Danza e una parola chiave per ogni artista: acqua, democrazia, ribellione, città, diversità.
CINQUE ARTISTI, CINQUE GIORNI
Si parte oggi con Oceanus, progetto del musicista Chris Watson, una delle figure più singolari e poliedriche della scena sperimentale britannica, fondatore dei Cabaret Voltaire. Sarà lui a condurre un laboratorio al Parco Sempione alla ricerca dei ritmi e dei rumori della città. Debutta invece domani The Migrant School of Bodies, esito performativo dell’omonimo progetto a cura della coreografa Ariella Vidach e di Maria Paola Zedda, nato nell’ambito del bando MigrArti – Spettacolo 3° edizione, MiBACT – Spettacolo dal vivo con la collaborazione di Mo’O Me Ndama, Studio Azzurro e MUDEC – Museo delle Culture. La performance intesse le trame nate all’interno di un percorso di laboratori partecipativi rivolti a un gruppo misto di donne, richiedenti asilo e immigrate di seconda generazione. Al centro dell’indagine il corpo e la coreografia come veicoli di relazione per la costruzione di un nuovo territorio linguistico comune, dove decolonizzare il corpo e viverlo come campo di una riscrittura critica e partecipata.
IMMAGINI MISTICHE E VOCI DAL PORTO
Venerdì 13 luglio Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto propone un laboratorio e presenta in prima nazionale Imma – Immagini mistiche del Marocco di Aisha, performance transdisciplinare in cui il videomaker Gabriele Licchelli e la danzatrice Teresa Noronha Feio affrontano il mito di Aisha Kandisha, demone della mitologia marocchina (in anteprima su Artribune un estratto del video che accompagna lo spettacolo).
È di ZimmerFrei, gruppo di artisti diviso fra Bologna e Bruxelles, il documentario La beautè c’est ta tete, proiettato in viale Pasubio sabato 14 luglio, video che racconta la città di Marsiglia attraverso una variegata fauna di personaggi incontrati in vecchi bar e porti periferici. Chiude il festival Avalanche, installazione video site specific del filmmaker spagnolo Carlos Casas, ospite già della Tate Modern di Londra e del Palais de Tokyo di Parigi.
– Chiara Pirri
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