L’arte è un delfino. Intervista a Corrado Musmeci e Giancarlo Migliavacca

Stefania Gaudiosi è artista, curatrice e promotrice culturale. Particolarmente attenta ai temi della didattica dell’arte, cerca nelle forme culturali possibili vie di accesso alla comprensione del mondo e della nostra umanità. Artribune presenta il suo progetto “L’arte è un delfino”, un ciclo di video-interviste per riflettere sull’arte e la cultura del nostro tempo. Questo appuntamento vede protagonisti Corrado Musmeci e Giancarlo Migliavacca, titolari di Fontegrafica, tipografia e azienda di grafica leader nel settore con sede a Cinisello Balsamo

L’arte è un delfino nasce dal bisogno di raccogliere storie del mondo che cambia, dicevo all’inizio. E storie che cambiano il mondo, esperienze significative che fioriscono, nonostante tutto, in questo tempo difficile, senza indugiare troppo nel contenuto di questo “tutto nonostante”, ma che, semplicemente, affermino un’altra possibilità.
Mi sono concessa licenze generose (ma non del tutto arbitrarie) nel considerare artisti coloro che, nel cambiamento, riformulano al meglio processi, metodi, linguaggi, possibilità esistenziali.
Non si tratta semplicemente di innovare, ma di amare così tanto qualcosa da volerla spingere alla sua espressione massima ed espandere, attraverso di essa, il potenziale di gioia riflessa sul mondo.
Così, vado ovunque intraveda una prova di resistenza poetica.
Oggi siamo in Fontegrafica – l’azienda grafica più bella del mondo! – e mi chiedo come possa uno stampato cambiare il mondo.
Attraverso l’intervista, provo a ricostruire la ragione di questa ipotesi.

LA PRIMA VOLTA È STATA UNA FOLGORAZIONE

Sarà per via della particolare luce negli occhi di Giancarlo Migliavacca, direttore tecnico dell’azienda, che brillano sempre mentre racconta dei progetti a cui lavora, quando illustra una soluzione tecnica nuova o presenta le incredibili realtà professionali che gravitano attorno al mondo Fontegrafica.
Mi sono ritrovata, per esempio, ad assistere all’esperienza esaltante della preparazione del libro Perception di El Seed, artista franco-tunisino che, con la sua opera murale realizzata nel quartiere copto del Cairo, nel 2017 ha vinto il Premio Unesco Sharjah per la cultura araba. Un lavoro incredibile, visionario, coraggioso, complesso, potente, che mette in discussione i pregiudizi che gravano su alcune comunità, attraverso le parole di Sant’Anastasio di Alessandria racchiuse nel grande calligraffito dipinto sui muri dei palazzi: “Chiunque voglia vedere chiaramente la luce del sole deve prima pulire i propri occhi”.
La pubblicazione che lo racconta, poi, è opera d’arte a sua volta. Ne parlerà, nella parte finale dell’intervista, Corrado Musmeci, giovane titolare dell’azienda, che prosegue tenacemente il lavoro di suo padre Giuseppe.

SUPERARE LA CRISI

Parleremo della crisi, di quella globale e di quella di settore, dovuta all’avvento del digitale, dei rischi che si corrono quando si sceglie di non conformarsi agli standard di mercato (ma anche della possibilità di salvarsi dalle insidie della crisi attraverso soluzioni impensate), della curiosità per tutto quello che c’è di buono al mondo, della magia.
Quest’esperienza significa molto per alcune ragioni macroscopiche che ci riguardano tutti. E per altre ragioni più sottili, che qualcuno potrebbe credere eccessivamente sofisticate, se si accetta di guardare il mondo da una sola prospettiva, con una sola lente, che abbracci un orizzonte medio e fisso.
È, come dicevo, un’operazione di resistenza, che ha un valore politico (e poetico) immenso in un’Italia dilaniata, che ci fa quotidianamente confrontare con l’amarezza del vivere una crisi che non possiamo neanche più nominare, che ha comportato la fine del lavoro, oltre che della dignità progettuale, oltre che di tutto quanto esprima un valore alto.

IL VALORE DEL LIBRO STAMPATO

Ma quel che più spaventa è che a tutto questo si accompagni la fine della consapevolezza: si continua a vivere ignari del passato ma soprattutto indifferenti del futuro, della necessità di progetti salvifici, di strategie esistenziali che rispettino la vita. Si continua a produrre merci insensate che ingombrano gli scaffali dei supermercati, avvolte in altrettanta insensata plastica che finirà nel mare, nelle pance dei delfini, delle balene, dei gabbiani. Sempre più merci, sempre più economiche, sempre più figlie dello sfruttamento di uomini e risorse, sempre meno necessarie.
Perché chiedersi il valore di un libro stampato nel migliore dei modi da un’azienda che ha deciso di continuare a dare il meglio di sé in un’Italia che ha rinunciato, ha abbassato tutte le soglie, ha delocalizzato, ha svenduto, si è arresa? Perché c’è bisogno della grazia di oggetti caratterizzati da “estremo garbo formale” (direbbe Enzo Mari)?Perché sono totem. Perché ci ricordano che esiste una dignità che resiste alla volgarità del mondo. Perché ci ricordano chi siamo.
Continuo a credere che la volgarità, quella che inquina gli oceani e innalza muri, traccia confini e si riversa sempre di più nelle pagine dei social, non possa attecchire laddove si riconosca il valore delle cose fatte con amore. Continuo a credere che la vera arte, la progettualità autentica, sia un atto politico più forte di qualunque proclama. E, più di ogni altra cosa, ci pulisce gli occhi.
Buona visione.

– Stefania Gaudiosi

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Stefania Gaudiosi

Stefania Gaudiosi

Stefania Gaudiosi è artista, curatrice e promotrice culturale. Studiosa e teorica dell’arte, con particolare interesse per l’Arte Cinetica e per l’opera di Iannis Xenakis, è autrice di diversi saggi dedicati ai temi della contemporaneità, della multimedialità e dei new media.…

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