Il Surrealismo di Dorothea Tanning in mostra alla Tate di Londra
Alyce Mahon, storica dell'arte, e Mimi Johnson, nipote dell'artista, raccontano la straordinaria figura di Dorothea Tanning. Dal Surrealismo degli Anni Trenta alle installazioni degli Anni Settanta, fino alla poesia della fine del millennio, una mostra a Londra ripercorre la sua storia
È aperta a Londra fino al 9 giugno una grande retrospettiva dedicata all’opera di Dorothea Tanning (1910-2012). L’artista surrealista americana, la cui ricerca si protrasse per ben sette decenni, ha espresso la sua poetica attraverso un vasto corpus di opere tra disegni, dipinti e sculture. Scomparsa a New York all’età di 101 anni e sposata con Max Ernst per trent’anni, la Tanning fu una delle protagoniste indiscusse del movimento surrealista, a cui si unì negli Anni Trenta, ma la sua arte andò ben oltre i confini del genere, esplorando anche l’astrattismo e il medium delle installazioni ambientali.
La mostra londinese, che mette insieme ben cento opere, è un’occasione imperdibile di approfondire una ricerca ingiustamente poco nota, soprattutto nei suoi esiti più recenti. Le immagini di Dorothea Tanning infatti, nella loro capacità di esplorare il mondo dell’inconscio combinando il familiare con lo strano e l’ignoto, risultano oggi di un’attualità straordinaria. Un highlight della mostra è rappresentato dalla ricostruzione dell’installazione Chambre 202, Hotel du Pavot (1970-3), un ambiente sensuale e bizzarro che simula una stanza d’albergo invasa di strane presenze che fuoriescono direttamente dalle pareti.
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