Il Figlio Velato di Napoli. Video-intervista allo scultore Jago

Il Figlio Velato arriva a Napoli, nel rione Sanità. La Chiesa di San Severo fuori le Mura accoglie l’ultima opera in marmo bianco del giovane artista Jago. Giada Giorgi lo ha incontrato nel suo studio di Anagni, mentre la scultura era ancora in fase di realizzazione

Lo scultore Jago (all’anagrafe Jacopo Cardillo, nato nel 1987 a Frosinone) è salito per la prima volta alla ribalta durante la 54esima Biennale di Venezia, selezionato a soli 23 anni da Vittorio Sgarbi. Nella sua ultima opera, da poco inaugurata a Napoli, gli orrori del nostro secolo sono nascosti sotto un velo, lo stesso con cui l’opera del Cristo Velato del Sammartino, simbolo scultoreo per eccellenza della città partenopea, copre il corpo esanime della figura divina. Un’immagine più laica quella di Jago, che scolpisce invece un bambino senza vita, rimandando così all’interpretazione più varia e personale della morte di un innocente.
Dopo un iniziale ricorso al crowfunding, abbandonato poco dopo – “la mia vita è fatta di fallimenti, per scolpire qualcosa bisogna prima romperla” – Jago viene notato da alcuni mecenati americani che guidano la realizzazione del nuovo progetto verso New York. “Questo è il paradosso: per far qualcosa per l’Italia bisogna farlo altrove”, commenta. Giovane e appassionato, Jago è lo scultore dei social, che utilizza come strumento positivo di “partecipazione artistica”.

– Giada Giorgi

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Giada Giorgi

Giada Giorgi

Nata a Frosinone nel 1991 oggi vive a Milano. Laureata in Filosofia Morale a Roma, lavora nel giornalismo radio-televisivo dall’età di 23 anni. Tra le collaborazioni Il Messaggero, Il Corriere della Sera e RaiNews24. Attualmente frequenta la scuola di giornalismo…

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