Hanno paura di me! Il documentario che racconta il Prof. Bad Trip
Gianluca Lerici, meglio noto come Prof. Bad Trip, è stato un artista a tutto tondo, tra fumetti, pittura, collage e musica. Questo documentario, realizzato nel 2016 ma approdato solo ora online, racconta la sua storia
Il periodo di “liberazione digitale” al quale (per fortuna o purtroppo) stiamo assistendo in questi giorni, è sintomatico di una resistenza culturale che non può rimanere ferma. Sono molteplici, infatti, le piattaforme, le istituzioni e le associazioni che stanno aprendo i propri archivi per renderli fruibili online. Tra le tante operazioni in corso, non potevamo tralasciare l’iniziativa portata avanti da una realtà ligure specializzata nella comunicazione visiva: il laboratorio creativo Biofanie. Lo scorso 25 marzo, infatti, l’omonimo canale YouTube ha pubblicato un bel documentario che racconta su uno degli artisti più iconici della scena underground italiana: il Professor Bad Trip (La Spezia 1963 – 2006). Diretto da Andrea Castagna e Carmine Cicchetti, Hanno paura di me! Sanno che sono Punk e che vengo da Canaletto (questo il titolo) è stato realizzato per commemorare i primi dieci anni dalla morte dell’eclettico autore. Attraverso l’uso di testi scritti dallo stesso Lerici e le preziose testimonianze di personaggi a lui vicini, come la moglie Jena Marie Filaccio o il critico musicale Vittore Baroni, viene delineato il ritratto di un personaggio talentuoso, un artista che è sempre riuscito a veicolare i propri universi interiori senza scendere a compromessi.
UN ARTISTA A TUTTO TONDO
Dai periodi trascorsi nel quartiere Canaletto, a La Spezia, alla grande passione per il punk, che lo porterà a militare in diverse band e a collaborare con fanzine e progetti locali. Conosciuto fondamentalmente per i suoi fumetti, caratterizzati da tratti grafici decisi che si stagliano all’interno di scenari distopici e psichedelici, Prof. Bad Trip è stato in realtà un artista a tutto tondo e ha sperimentato svariate tecniche: dal collage, come attestano le celebri copertine per la storica rivista Decoder, alla pittura, passando per la scultura e la musica rock. L’influenza che le avanguardie storiche europee (Futurismo e Dadaismo in primis) e le controculture americane hanno avuto nella costruzione del suo personalissimo immaginario, si evince da tutte le sue opere, realizzate in circa trent’anni di carriera. Ne è una testimonianza, ad esempio, la pubblicazione nel 1992 dell’adattamento de Il pasto nudo di William Burroughs per la leggendaria Shake Edizioni.
Questo viaggio audiovisivo nel mondo del Professor Bad Trip si conclude con alcuni momenti documentativi della retrospettiva Prof Bad Trip, a saucerful of colours allestita nel 2016, presso la Teké Gallery di Carrara.
– Valerio Veneruso
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