L’architettura è per gli altri. Intervista a Mario Cucinella
Progettista della prima e unica scuola realizzata in Italia in uno spazio fieristico, inaugurata nella giornata di ieri all'interno del Padiglione 34 della Fiera di Bologna, l'architetto Mario Cucinella si racconta in questa appassionante intervista rilasciata a Itinerant Office. Tra curiosi ricordi d'infanzia, aneddoti della sua formazione, con Giancarlo De Carlo e Renzo Piano, e progetti non solo architettonici...
“Quando ero a scuola, ho scoperto che lo spazio e gli edifici erano le due cose che mi facevano provare più emozione. Qualche anno fa ho progettato un asilo a Guastalla e, sviluppandolo, mi sono tornati in mente i ricordi di quando avevo quattro anni, del mio asilo. La scuola aveva un piccolo giardino, un muretto e un’aula con molta luce. Cinquant’anni dopo ho scoperto che l’edificio era stato progettato da Giuseppe Vaccaro, uno dei modernisti italiani degli anni Sessanta. Mi piace l’idea che forse sono un architetto perché da piccolo all’asilo sono rimasto colpito dalla qualità degli spazi”. Prende il via con un ricordo della prima infanzia l’intervista a Mario Cucinella (Palermo, 1960), curata da Itinerant Office nell’ambito del primo ciclo del progetto Past, Present, Future: about being an architect yesterday, today, and beyond.
MARIO CUCINELLA: GLI ANNI DELLA FORMAZIONE
Tra i più affermati progettisti attivi nel nostro Paese, fondatore nel 1992 dello studio MC A Mario Cucinella Architects, con sedi a Bologna, Milano e New York, in questa lunga conversazione Cucinella ripercorre le tappe salienti della sua formazione, come allievo di Giancarlo De Carlo all’Università di Genova e poi, nella stessa città, nello studio di Renzo Piano. “Si può avere talento e voglia di fare, ma d’altra parte bisogna imparare, ed è meglio imparare da brave persone”, afferma, raccontando dei suoi primi cinque anni di attività professionale, seguiti poi dalla altrettanto fondamentale esperienza parigina come libero professionista. “Sono andato a vedere l’ufficio, che era nella Maison Planeix di Le Corbusier, e il mio francese non era molto buono. Ricordo di aver aperto la porta, di aver guardato il bellissimo spazio e di aver pensato: Wow, questo è il mio ufficio! L’inizio è stato molto emozionante. Ho lavorato tre anni senza clienti, solo concorsi. In Francia in quel periodo c’erano molte competizioni, era una grande opportunità per un giovane architetto di eccellere”.
DALLA SOS – SCHOOL OF SUSTAINABILITY AD ARCIPELAGO ITALIA
Curatore nel 2018 di Arcipelago Italia alla 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, Mario Cucinella nel 2015 ha fondato la SOS – School of Sustainability, “per aiutare i giovani architetti ad aumentare il loro livello di conoscenza nella pratica”. Si tratta di un programma di formazione post-laurea che recepisce tutta la crescente complessità della professione – “la posizione dell’architetto sta diventando sempre più interessante perché egli non aspetta, promuove. Questo è il ruolo sociale di un architetto: non solo fare una domanda, ma mettere la domanda sul tavolo” – e indirizza notevole attenzione all’applicazione dell’architettura sostenibile nelle diverse scale di intervento. “C’è un testo di Hemingway che dice: ‘Al bivio più importante della tua vita, non ci sono segnali stradali’. Devi fare la tua scelta se ti trovi di fronte a due strade: devi decidere a destra o a sinistra. Ma ora non ci sono più due strade, c’è solo una direzione che è la sostenibilità. Si tratta di come possiamo cambiare il rapporto tra uomini, edifici e natura. Non c’è scelta.” E agli architetti emergenti Cucinella rivolge una sorta di monito: “consiglierei di stare attenti perché è un lavoro molto difficile, e di impararlo da persone che lo conoscono. Trovate il tempo per impararlo: lavorate con gli architetti, ‘rubate esperienze’ e poi avviate la vostra pratica. Senza dimenticare che l’architettura non è per te: è per gli altri”.
– Valentina Silvestrini
L’intervista integrale è visibile sul sito
www.pastpresentfutureproject.com
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