La regola dei tre colori. Ecco come i registi la applicano nei film
Molti dei film che vedete al cinema seguono la cosiddetta “regola dei tre colori”, ossia scelgono tre tonalità principali da utilizzare nell'inquadratura, dosate in percentuali diverse. Un colore dominante al 60%, un colore secondario al 30% e un colore di “accento” al 10%
In questo video, il filmmaker Sareesh Sudhakaran della scuola online di cinematografia Wolfcrow spiega nel dettaglio la funzione di questo accorgimento tecnico-stilistico, che viene descritto come un sistema potente per invitare chi guarda a concentrarsi sulla storia senza subire troppe distrazioni visive, oltre che di comprendere meglio i protagonisti nonostante il “rumore” di fondo. Come esempi, vengono usati alcuni dei film di maggiore successo degli ultimi anni, come Her, Amelie, Drive e Joker.
IL COLORE COME STRUMENTO NARRATIVO
“Ottenere i colori giusti”, spiega Sudhakaran, “è compito dello scenografo, del costumista e del direttore della fotografia. Quando qualcosa non è perfetto, un colorista può fare miracoli, entro limiti ragionevoli, ovviamente. Puoi anche ignorare tutto questo e riprendere quello che ottieni sul posto, e non c’è niente di sbagliato. Ma nella maggior parte dei grandi film, il regista ha usato il colore come un ulteriore strumento per raccontare la sua storia”.
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