La rivoluzione siamo noi. Un nuovo film sull’arte italiana degli Anni Sessanta e Settanta
Dal 25 novembre il Torino Film Festival presenterà in streaming un nuovo imperdibile documentario sull'arte italiana del decennio 1967-77, un momento di enorme fermento e profondità creativa. Vi mostriamo una clip in anteprima
Le prime performance di Pino Pascali sul litorale romano, i famosi cavalli di Jannis Kounellis alla Galleria L’Attico, le azioni di Michelangelo Pistoletto in strada a Torino, le proteste che invadono la Biennale di Venezia. Ma anche Andy Warhol che mangia mozzarella a Napoli e Joseph Beuys che parla a una piccola folla accorsa nella storica galleria di Lucio Amelio a Piazza dei Martiri. Nasce da un’idea del curatore e critico d’arte Ludovico Pratesi e della regista Ilaria Freccia il documentario La rivoluzione siamo noi, un affascinante spaccato delle vicende artistiche italiane che si concentra sul decennio 1967-1977. Sono anni in cui il nostro Paese si ritrovò al centro del dibattito e della sperimentazione, artistica e politica, producendo una serie di opere, eventi e idee dirompenti, in grado di lasciare per sempre il segno nella storia dell’arte contemporanea.
Il film, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, sarà presentato in anteprima mondiale il 25 novembre (a partire dalle ore 14 e disponibile poi per 48 ore) al 38. Torino Film Festival, che quest’anno si svolge interamente online con proiezioni sulla piattaforma streaming di Mymovies.it.
UN VIAGGIO NELLA STORIA DEL CONTEMPORANEO
La rivoluzione siamo noi accompagna lo spettatore in un appassionante viaggio attraverso racconti e immagini di maestri come Gino de Dominicis, Marina Abramović, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol, Luigi Ontani, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Joseph Beuys, Hermann Nitsch, Trisha Brown. Non mancano le testimonianze di grandi galleristi, come Lia Rumma, Fabio Sargentini, Antonio Tucci Russo e Beppe Morra il tutto sostenuto da una raccolta impressionante di materiali di archivio provenienti da istituzioni, musei, gallerie e collezionisti.
“Volevamo restituire il sapore di quegli anni attraverso i ricordi dei protagonisti, intervistati oggi, insieme alle testimonianze dell’epoca, per creare così un movimento continuo tra passato e presente”, spiegano Ilaria Freccia e Ludovico Pratesi, “abbiamo trascorso giorni e giorni negli archivi, per cercare attimi di vita vissuta da riportare alla luce: uno sforzo che ha dato una serie di frutti insperati grazie all’enorme disponibilità di protagonisti e testimoni del tempo, che ci hanno aiutato a restituire una narrazione in diretta di quegli anni. Un’occasione straordinaria di scoprire frammenti di vita quotidiana, in una fusione tra arte e vita che ha reso quegli anni indimenticabili”.
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