Humus. La mostra di Andrea Francolino a Firenze
È stata prorogata fino al 5 aprile la mostra di Andrea Francolino al Museo Novecento di Firenze. Un progetto che riflette sull'identità nazionale, suoi simboli di appartenenza e sull'ecologia come profonda necessità umana. Il video
Andrea Francolino (Bari, 1979) è in mostra presso il Museo Novecento di Firenze con un interessante progetto site-specific visitabile fino al 5 aprile. Curato da Sergio Risaliti e Luca Puri, il progetto Humus prevede l’installazione di 28 bandiere nel loggiato del museo: una per ogni stato membro dell’Unione Europea e una, collettiva, che li rappresenta tutti insieme.
“Era l’inizio del 2019 quando mi sono chiesto quale poteva essere una bandiera che potesse accumunare tutti i paesi, ritenuti sovrani del mondo, accomunati da un unico intento che è l’emergenza ecologica”, spiega l’artista in questo video, realizzato in occasione di una performance per le vie della città lo scorso settembre in occasione del vernissage della mostra, realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in collaborazione con la galleria Mazzoleni. “La terra”, continua Francolino, “è la stessa per tutti, soprattutto quella che insieme calpestiamo e viviamo. È una bandiera unitaria, unica. Quindi ho pensato a una bandiera che fosse ecologica non solo dal punto di vista del materiale ma anche concettuale, priva di ogni colore e identica per tutti”.
L’HUMUS COME TERRENO COMUNE
L’unica cosa che distingue i vessilli sono infatti dei segni numerici: sono le coordinate gps riferite alle sedi dei singoli parlamenti, “un modo discreto e univoco per rivelare attraverso la posizione geografica il proprio posto nel mondo facendo riferimento a quei luoghi dove gli uomini con le proprie decisioni determinano o meno gli equilibri”. La disposizione delle bandiere nel loggiato richiama quella dei rappresentanti dei singoli Paesi quando sono seduti assieme in assemblea.
“L’humus a cui ci obbliga a pensare Andrea Francolino”, spiega il direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti, “è il terreno comune sul quale viviamo e sperimentiamo il nostro stare al mondo, utilizzando una potenza tecnologica pressoché illimitata e fin troppo distruttiva e offensiva nei confronti del pianeta e degli altri. La Terra, comune a tutti, cancella i confini e la difesa delle ‘etnie’ decade di significato e funzione, davanti alla difesa della natura, alla salvaguardia dell’humus collettivo. Da Madre Natura dobbiamo poi imparare come convivere armonicamente con l’entropia e come accettare i cambiamenti. Pensare e agire nell’ottica di un tempo meno violento e catastrofico e quanto più naturale e cosmico.”
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