Art one shot. Alberto Mattia Martini racconta Keith Haring
Alberto Mattia Martini, critico d’arte, docente e curatore, pubblica una serie di video didattici sul suo canale YouTube. “Art one shot”, questo il titolo del progetto, racconta “l’arte tutta d’un fiato”. Dopo Yves Klein e Damien Hirst, il terzo appuntamento è con il linguaggio universale di Keith Haring
“L’arte deve poter essere per tutti e dappertutto”. È il famoso concetto tanto caro a Keith Haring (1958 – 1990), che consiste nella volontà di portare l’arte nella strada per raggiungere quanta più gente possibile. L’arte quindi come idea che ne genera altre e come desiderio di libera espressione e comunicazione.
Tutto hai inizio nell’underground, nelle viscere della terra, nella metropolitana di New York, e più precisamente sui pannelli neri destinati ai manifesti della pubblicità, sui i quali Haring interviene con i suoi disegni. L’artista americano dipingeva in qualsiasi luogo, e uno dei suoi grandi meriti è stato quello di riuscire a collegare il mondo dell’arte ufficiale – il mondo delle gallerie e dei musei – con l’espressività di strada, anche quella nata nei sobborghi malfamati delle città. Secondo Haring, l’arte deve essere a disposizione di tutti, deve essere espressione di un’emozione e soprattutto deve essere vissuta prima ancora che praticata. In una sola decade di lavoro – dal 1980 al 1990 – è riuscito a diventare uno degli artisti più popolari del nostro tempo.
– Alberto Mattia Martini
1. Art one shot: Yves Klein
2. Art one shot: Damien Hirst
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