Carriera o maternità? Il corto in stop-motion di Anna Mantzaris
Dopo averci fatto sorridere con il video “Enough”, Anna Mantzaris è tornata con un nuovo filmato dal titolo “Career-Limiting Move”, corto dedicato al tema del rapporto tra carriera e maternità
Conciliare le ambizioni professionali con il ruolo di mamma è un’impresa difficile per moltissime donne, troppo spesso costrette a scegliere tra carriera e desiderio di maternità. A rendere l’argomento ancora più spinoso è arrivata la pandemia, che ha ulteriormente destabilizzato la situazione: moltissime donne hanno perso la loro posizione o sono state costrette a sospenderla temporaneamente. Per fortuna, abbiamo anche visto molte lavoratrici continuare la propria attività da remoto, dimostrando che un nuovo modello di produttività è possibile. Argomenti come lo smart working, il congedo parentale e il bonus baby sitter sono stati messi sul tavolo in maniera urgente, e chissà che non si possa partire proprio da qui per far sì che il futuro sia un “posto” più dignitoso ed egualitario per tutti.
A sperarlo, e a dimostrarlo a modo suo, è oggi la regista e animatrice svedese Anna Mantzaris. Già nota sul web grazie al suo “cliccatissimo” cortometraggio Enough, l’artista è tornata recentemente sotto i riflettori con una nuova produzione: un’opera in stop-motion dedicata alla spinosa relazione tra lavoro e maternità.
AZIONI PERICOLOSE PER LA CARRIERA
Prodotto da Passion Pictures in collaborazione Saatchi&Saatchi New Zealand, e realizzato nell’ambito della campagna social #Choosetochallenge di Global Women, il filmato (pubblicato online per la Giornata internazionale della donna) riporta una breve serie di situazioni imbarazzanti, create in risposta alla seguente domanda: qual è la cosa più limitante che una donna può fare per la propria carriera? La protagonista del corto si trova così al centro di scene surreali: momenti assurdi ed eventi chiaramente ironici che non dovrebbero mai accadere sul posto di lavoro. Proprio come decidere di diventare mamma…
Un film che spinge all’estremo il concetto di “gender gap”, restituendolo al pubblico in chiave umoristica e giocosa.
– Alex Urso
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