Arte contemporanea a Parigi: una video-passeggiata
Il terzo episodio della serie video a cura di Chiara Aluigi e LABOR ci porta in tre luoghi chiave dell'arte contemporanea a Parigi: la galleria Perrotin, la galleria Thaddaeus Ropac e la Borsa di Commercio - Collezione Pinault
HANS HARTUNG E ROTHKO ALLA GALERIE PERROTIN
Hartung 80, la mostra personale di Hans Hartung (1904 – 1989) presso la Galerie Perrotin esplora i diversi stili e le tecniche sperimentate dall’artista durante la sua carriera.
Nel 1935, in fuga dai nazisti, Hartung lasciò la Germania e si trasferì a Parigi, dove visse in grande povertà. La sua pratica artistica, caratterizzata da pennellate di grande intensità, è stata ispirata dallo studio attento dei paesaggi di Cézanne, mentre l’armonia delle sue composizioni astratte riecheggiano i principi di proporzione della sezione aurea. Nel 1960 gli fu assegnato il Gran Premio Internazionale di Pittura alla Biennale di Venezia.
Rothko-Hartung: une amitié multiforme, la seconda mostra di Perrotin, mette in dialogo Hartung con Mark Rothko (1903-1970). I due condividevano molto: una grande passione per la musica del diciottesimo secolo, l’amore per i dipinti di Rembrandt e un’esistenza molto travagliata. Entrambi furono esiliati dai loro paesi d’origine e la pittura astratta era per loro un modo per liberarsi dei propri demoni. In occasione della mostra, il capolavoro di Rothko N014 Browns over Dark è stato prestato alla galleria dal Musée National d’art moderne – Centre Pompidou.
Entrambe le mostre sono visitabili presso Galerie Perrotin in Rue de Turenne fino al 31 luglio.
SEAN SCULLY DA THADDAEUS ROPAC MARAIS
Sean Scully è nato a Dublino nel 1945. I dipinti della sua serie Wall of Light, iniziata nel 1988, suggeriscono una connessione con la natura e il mondo interiore durante periodi difficili. I blocchi di colore, resi con spessi strati di pittura, evocano solide pareti in pietra, mentre le variazioni di luminosità rimandano alla luce. Commentando la sua opera, l’artista ha osservato: “Il muro è una barriera, ma quello che sto facendo è dissolverlo. Proprio come Monet che trasforma le pietre in luce con le sue cattedrali”. Ma c’è anche una connessione biografica legata al motivo del mattone: “ho lavorato nei cantieri. Ho fatto tutto questo lavoro fisico. Ero un muratore, per questo l’idea del mattone mi è molto vicina”, ha spiegato.
La mostra Entre Ciel et terre è visitabile presso Thaddaeus Ropac in Rue Debelleyme fino al 29 luglio.
30 ANNI DI GALLERIA PER THADDAEUS ROPAC A PARIGI
Come ci ha raccontato Marcus Rothe, Head of Press di Thaddaeus Ropac, questa mostra collettiva celebra i trent’anni di presenza della galleria a Parigi. Ropac ha fondato la sua prima galleria in Austria, a Salisburgo nel 1983 e diciassette anni dopo è arrivato a Parigi. Nell’ottobre 2021 la galleria aprirà anche una nuova filiale a Seoul, in Corea del Sud. Questa mostra riunisce le opere degli artisti più rilevanti rappresentati da Thaddaeus Ropac. Lo spazio della galleria era un’ex fabbrica di lavorazione del ferro, trasformata in galleria nel 2012, nella periferia di Parigi, a Pantin. Ci sono opere storiche di Donald Judd, Robert Longo, Emilio Vedova, Anselm Kiefer, Miquel Barceló e Georg Baselitz – solo per citarne alcuni, oltre a un gruppo di opere di Gilbert & George.
LA COLLEZIONE PINAULT ALLA BOURSE DE COMMERCE
La Bourse de Commerce, che riunisce quattro secoli di storia architettonica, è stata trasformata da Tadao Ando per ospitare parte di una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea del mondo, quella di François Pinault. A causa della pandemia la nuova veste della Borsa è stata svelata al pubblico solo a fine maggio; completamente ristrutturata dopo tre anni di lavori, la ristrutturazione della Bourse de Commerce è il quarto progetto di Tadao Ando per Pinault dopo Punta della Dogana, Palazzo Grassi e il Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia.
La struttura dell’antica Borsa comprende oggi dieci gallerie dedicate alla programmazione artistica contemporanea oltre a un auditorium da 284 posti che ospiterà convegni, incontri, proiezioni, concerti.
Il cuore monumentale della Borsa ospita l’installazione Untitled (2011) di Urs Fisher, una replica a grandezza naturale, realizzata in cera, del Ratto delle Sabine (1579-1582) del Giambologna. L’opera è una rappresentazione della vanitas definitiva e rappresenta l’esplorazione personale di Fisher del concetto di memento mori. La cera infatti si liquefa lentamente, e le idee di perenne che di solito associamo alle sculture in marmo si trasformano in fragilità e finzione.
La mostra è visitabile presso la Bourse de Commerce – Pinault Collection fino al 31 dicembre.
– Chiara Aluigi
Il video è stato prodotto da Chiara Aluigi in collaborazione con l’associazione culturale LABOR.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati