Incarnazione, trasformazione e dolore nelle live performance di Frieze London
La sezione Frize London's Live è curata quest'anno dal giovane duo Languid Hands che ha scelto di presentare le performance di tre artisti, rappresentanti della migliore black art contemporanea. Ecco la videointervista
Frieze London ha riaperto finalmente i battenti e nel ricco programma è presente anche una sezione dedicata alla performing art, Frieze London’s LIVE.
GLI ARTISTI SELEZIONATI DA LANGUID HANDS
Curata dal duo Languid Hands, composto da Rabz Lansiquot, regista, programmatrice e DJ, e Imani Robinson, scrittrice interdisciplinare, editor e performer, Frieze London’s Live ospita le performance di tre artisti molto diversi tra loro: Languid Hands ha chiamato a raccolta Rebecca Bellantoni, Ebun Sodipo e Ashley Holmes per esplorare temi di incarnazione, trasformazione e dolore e promuovere tre rappresentanti della black art contemporanea.
La prima performance, presentata dall’artista Rebecca Bellantoni, si intitola Condition the roses, accept the vision. C.R.Y (2021) e la vede entrare in scena indagando il concetto di spazio liminare: fulcro della performance la sistemazione di un grande mazzo di rose in un vaso.
La seconda performance proposta è quella di Ebun Sodipo, scrittrore e visual artis queer, dal titolo Watch my body reminds us of water (2021). L’artista si esibisce cantando di fronte ad una superficie riflettente, dapprima con un’asta priva di microfono, poi balbettando tra il pubblico presente e rivolgendosi allo specchio, infine seduto dinnanzi ad un leggio sfogliando un libro immaginario.
Even Myself Knows That Too (Journal Dub) è invece l’opera presentata da sound artist Ashley Holmes. Una combinazione di installazione, immagine in movimento e DJing, che naviga attraverso i Paesi dell’Atlantico nero, utilizzando musica e sonorità che evocano sentimenti di dolore, aspirazione, paura, speranza, amore e terrore.
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