Dall’antica Roma al Giappone di oggi: arriva su Netflix l’anime “Thermae Romae Novae”
E se le storiche terme romane fossero in realtà un’invenzione tutta nipponica? È questa la strampalata teoria alla base di “Thermae Romae Novae”, l’ultimo bizzarro anime di casa Netflix, tratto dall’opera della mangaka Mari Yamazaki. Ecco il trailer
Da dove vengono realmente le idee? A quest’annosa domanda risponde – in maniera decisamente bislacca – una nuova serie animata made in Japan che, dal prossimo 28 marzo, approderà ufficialmente sulla nota piattaforma di streaming, Netflix (da tempo, sempre più interessata alla diffusione di opere provenienti dal Sol Levante). Stiamo parlando di Thermae Romae Novae, il divertente anime ispirato al manga dell’autrice giapponese Mari Yamazaki, Thermae Romae.
DI COSA PARLA THERMAE ROMAE NOVAE?
Ci troviamo nella mitica Roma del grande imperatore Adriano: Lucius Modestus è un giovane architetto in crisi, i cui progetti poco avveniristici rappresentano un problema concreto per la propria carriera. A venire incontro al disperato protagonista sarà un evento fortuito che, di punto in bianco, lo catapulterà inaspettatamente all’interno di un centro termale giapponese dei giorni nostri. Lo sventurato personaggio inizierà così ad entrare in contatto con una dimensione spaziotemporale completamente sconosciuta, nella quale avrà modo di esplorare luoghi mai visti prima, e di apprendere nuovi stili di vita apparentemente inspiegabili. Seppur misteriosa, l’esperienza porterà il caro Lucius ad aguzzare l’ingegno per carpire i segreti di una tecnologia così innovativa e usarli a suo vantaggio per le commissioni da portare a termine una volta ritornato nell’urbe. Tra equivoci esilaranti e incredibili plot twist, il simpatico protagonista troverà il modo di giocare tutto a suo favore, trasformando così un evento inatteso in un colpo di fortuna a dir poco cruciale per le sorti dell’umanità intera.
NON CI RESTA CHE RIDERE
Nonostante l’assurdità della trama, la serie animata non può non portarci alla memoria una pietra miliare della comicità italiana, ovvero il film cult Non ci resta che piangere. L’analogia tra il manga del 2008 di Mari Yamazaki e la pellicola diretta da Roberto Benigni e Massimo Troisi nel 1984 non è poi così casuale se si considera che la nota mangaka si è trasferita da giovanissima a Firenze per completare gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze: episodi come questo hanno sicuramente dato il via a una passione tanto irrefrenabile, verso i viaggi e lo studio delle civiltà antiche, da determinare il segno distintivo della stessa Yamazaki.
Grazie al successo raggiunto in patria dopo la pubblicazione del manga originale, negli anni successivi sono stati prodotti due film live-action omonimi (di cui uno girato quasi interamente a Cinecittà, nel 2012) e un breve primo anime.
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