L’antropocene secondo Luca Petti da Roma a Milano, visibile in vetrina
Dal 12 marzo al 17 aprile nella vetrina di Superfluo a Milano c'è l’installazione realizzata dall’artista Luca Petti e dedicata alla sua serie Materia Esotica. L'opera si collega virtualmente all'esposizione romana "Ontica" e vuole essere una riflessione sull'antropocene in corso
Prosegue l’attività di Superfluo a Milano, lo spazio sorto all’interno di un’ex attività commerciale durante la pandemia, i cui vetri sono stati sabbiati lasciando un quadrato di 50×50 cm che affaccia sulla strada. Quel riquadro è lo spazio utilizzato per mostrare un’unica opera ai passanti. Dal 12 marzo al 17 aprile, per la serie Bello Bellissimo, c’è l’installazione ad hoc realizzata dall’artista Luca Petti.
UNA VETRINA COLLEGA MILANO A ROMA
L’opera in questione è una finestra vera e propria che collega lo spazio milanese a quello di Palazzo Brancaccio a Roma. Qui è in corso la mostra collettiva presentata da Contemporary Cluster dal titolo Ontica, che espone, tra le altre, diverse opere di Luca Petti, insieme a quelle di Valerio di Fiore, Marco Emmanuelle e Giusy Pirrotta. Il tema centrale è la reinterpretazione della teoria heideggeriana, ponendo al centro della narrazione il tempo: esserci e manifestarsi nel tempo presente.
LA MATERIA ESOTICA DI LUCA PETTI
Per quanto riguarda l’artista protagonista dello spazio di Superfluo, verranno presentate le ultime opere provenienti dalla sua serie Materia esotica, che descrive alcune ipotetiche ibridazioni tra mondo animale e vegetale, compiendo una riflessione sugli effetti a lungo termine dell’attività umana. Petti pone il pubblico di fronte a una natura altra, alterata, affascinante e tossica allo stesso tempo, dove gli organismi si ricostituiscono e si ribellano all’egemonia umana.
L’ANTROPOCENE SECONDO LUCA PETTI
Il focus principale della collaborazione tra Petti e Superfluo, con la partecipazione di Contemporary Cluster, verte quindi sull’antropocene, evidenziando le ricadute ambientali delle azioni umane. La vetrina, se da una parte mostra le opere che Luca Petti espone a Roma, dall’altra presenta un viaggio alla scoperta delle tappe evolutive che l’ecosistema ha dovuto affrontare per sopravvivere all’attività umana. Il continuo sfruttamento del pianeta ha costretto ad un nuovo equilibrio tra le specie: gli esseri mutano, si evolvono in forme diverse, di cui non conosciamo gli esiti futuri.
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