Le tre straordinarie vite di Luigi Pericle racchiuse in un unico libro
"Luigi Pericle. Il Maestro ritrovato", edito da Nino Aragno e curato da Andrea Biasca-Caroni racchiude in 168 pagine lo studio più completo e aggiornato di un artista che ha inseguito il sogno di una sintesi universale dei saperi
Dopo anni di oblio, la critica e il pubblico stanno finalmente riscoprendo la straordinaria figura di Luigi Pericle, artista svizzero di origini italiane, che ha rivoluzionato più volte la sua carriera artistica.
IL LIBRO “LUIGI PERICLE. IL MAESTRO RITROVATO”
Nel volume Luigi Pericle. Il Maestro ritrovato, edito da Nino Aragno, curato da Andrea Biasca-Caroni, presidente dell’Archivio Luigi Pericle, e presentato in occasione dell’ultimo Salone del Libro di Torino, i lettori troveranno in 168 pagine bilingue lo studio più completo e aggiornato di un “Maestro” a lungo dimenticato e oggi “ritrovato”. Attraverso saggi di storici e critici dell’arte, filosofi, artisti e accademici di tradizione ermetica – quali Bianca Cerrina Feroni, critica d’arte e curatrice, Michele Ciacciofera, artista, Angelo Crespi, critico d’arte, Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore, Marco Pasi, direttore del Centro per la Storia della filosofia ermetica e correnti affini presso l’Università di Amsterdam, oltre al già citato Andrea Biasca-Caroni – si potranno ripercorrere le fasi salienti della produzione artistica di Pericle.
LE TRE VITE DI LUIGI PERICLE
Dopo un primo periodo figurativo, attorno ai 40 anni d’età, Luigi Pericle distrusse infatti tutte le sue opere precedenti per iniziare un nuovo percorso verso l’astrattismo informale e nuove tecniche sperimentali, esponendo negli anni ’60 accanto ai grandi artisti della propria epoca, come Karel Appel, Sam Francis, Asger Jorn, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Jean-Paul Riopelle e Pablo Picasso, in numerosi musei e gallerie di punta all’epoca della Swingig London. Alla fine del 1965, all’apice della carriera, decise di ritirarsi dal sistema dell’arte, di rinunciare alla mondanità e dedicarsi unicamente alla sua ricerca artistica e agli studi esoterici ritirandosi a vita privata, in eremitaggio volontario, nella sua casa di Ascona, a Monte Verità.
L’ARTE PER IL FUTURO DI LUIGI PERICLE
Proprio la casa dell’artista, rimasta abbandonata per quindici anni e acquistata nel dicembre del 2016 dal Presidente dell’Archivio Pericle, ha custodito un corpus di quasi 4000 opere inedite comprendenti tele, masoniti e chine, un ricchissimo carteggio con vari intellettuali dell’epoca, taccuini di studio e un romanzo inedito Bis ans Ende der Zeiten (Fino alla fine dei tempi), una summa del pensiero universale catalogata da Pericle con rigore monastico. Proprio ad Ascona il maestro intensificò la sua ricerca sulle forme, i colori, la materia, i segni, inserendo il proprio lavoro pittorico in un più ampio contesto di indagini e riflessioni sul misticismo, la teosofia, l’astrazione, l’alchimia, l’omeopatia, l’antico Egitto, l’ufologia, la
mitologia, la calligrafia e le filosofie orientali, inseguendo il sogno di una sintesi universale dei saperi. Citando il Professore Marco Pasi, tra gli autori del libro Luigi Pericle. Il Maestro ritrovato, l’opera di Pericle è caratterizzata da una “spinta postuma” che lo induce a realizzare “un’arte per il futuro” ovvero per il nostro oggi. Ecco allora che Luigi Pericle è al centro di un grande progetto di recupero critico e filologico di cui questa pubblicazione è parte centrale. Si sono inoltre tenute due retrospettive a lui dedicate: una alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia e l’altra presso il MASI Lugano, mentre a settembre è prevista una monografica all’Estorick Collection di Londra.
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