Il furto della Gioconda raccontato in un nuovo realistico film

La mattina di un umile imbianchino italiano viene interrotta dal capitano della Gendarmerie francese, alle prese con il clamoroso furto della Gioconda: è la vicenda narrata nel cortometraggio "Une Bouffée D'air" del regista italiano Federico Caria

La mattina del 22 agosto 1911, i pittori Louis Béroud e Frederic Languillerme si recarono di buon ora al Louvre: volevano portare avanti la loro attività di copisti e ritrarre la famosa Gioconda. Con grande sorpresa, giunti nel salone Carré, trovarono la parete che ospitava il capolavoro leonardesco vuota: il dipinto era sparito!

IL FURTO DELLA GIOCONDA AVVENUTO NEL 1911

Il mondo seppe presto che la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci era stata rubata. Il furto della Gioconda è stato sicuramente il crimine d’arte più noto e spettacolare della storia. In men che non si dica i due artisti, che scoprirono la mancanza del dipinto, avvisarono il capo della sicurezza del museo Monsieur Poupardin; accorsero anche il Direttore Homolle, il sottosegretario di Stato alle Belle Arti, il capo della polizia ed il prefetto di Parigi, Louis Lépine. Furono chiuse tutte le uscite del Louvre e immediatamente partì la caccia al ladro e le relative indagini. Dopo due anni, l’autore del crimine, l’italiano Vincenzo Peruggia, tentò di vendere il dipinto agli Uffizi di Firenze, fu scoperto e arrestato. Il movente del suo gesto fu patriottico a suo dire: desiderava infatti riportare in patria almeno uno dei tanti dipinti italiani presenti nel museo parigino.

IL FILM “UNE BOUFÉE D’AIR” DI FEDERICO CARIA

Ora questa storia rocambolesca è diventata un corto realizzato dal giovane regista Federico Caria e distribuito da Prem1ere Film“La mattina di un umile imbianchino italiano viene interrotta dal capitano della Gendarmerie francese, alle prese con un clamoroso furto: la Gioconda è sparita” recita la sinossi del cortometraggio dal titolo Une Bouffée D’air, che ruota tutto attorno al primo interrogatorio rivolto al Peruggia. Il regista ha spiegato: “La chiave attorno alla quale abbiamo incentrato il cortometraggio è stata il realismo. Infatti, essendo un fatto realmente accaduto, volevamo che questo fattore emergesse principalmente, motivo per cui abbiamo scelto di utilizzare delle ottiche vicine alla percezione dell’occhio umano che facessero sentire lo spettatore molto vicino ai personaggi, anche in funzione dell’inquadratura. Ovviamente anche gli altri campi artistici sono stati influenzati da questo, a partire dalla scenografia, dove le scenografe hanno ricreato una stanza del 1911 e i vari oggetti di scena, come la copia del Le Petit Parisien che ha annunciato il furto della Gioconda, fino ad arrivare ai costumi della Gendarmerie Francese”.

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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