HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #18 Postatomico
Nuovo appuntamento del progetto “HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea", a cura di Giovanni Viceconte. Una serie dedicata alla videoarte e alla performance, per riflettere sulla condizione umana ai tempi della pandemia. Questo episodio, guidato dalla parola chiave “Postatomico”, vede protagonista l'opera di Francesca Leoni e Davide Mastrangelo
Il progetto HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea, a cura di Giovanni Viceconte, nasce in un momento di “isolamento” dell’uomo contemporaneo, originato dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Una quarantena forzata che ha generato nelle persone nuove forme di comportamento e allo stesso tempo ha amplificato pensieri e riflessioni. Partendo da questa condizione di disagio e dalla formazione di un nuovo modo di concepire la vita, il progetto propone una serie di appuntamenti dedicati al linguaggio della video arte e della performance, presentando una selezione di artisti che hanno interpretato il sentimento di malessere-inquietudine e il senso di inadeguatezza collettiva o personale dell’uomo contemporaneo.
Ogni appuntamento/mostra è identificato da una “parola chiave”, che può introdurre l’opera video di un singolo artista oppure individuare legami comparativi tra più opere video, che saranno proposte dal curatore con lo scopo di stimolare nello spettatore nuovi ragionamenti e confronti.
HUMANS. VideoRitratti della società contemporanea. #1 Malessere
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #2 Lockdown
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #3 Transiti
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #4 [In]esistenza
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #5 [S]Laccio
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #6 Stigma
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #7 Densità
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #8 Legami
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #9 Mankind
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #10 Scambio
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #11 Automa
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #12 Schermo
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #13 Irrefrenabile
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #14 Confini
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #15 Hybrid
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #16 Conflitti
HUMANS. Video-ritratti della società contemporanea. #17 Petrolio
INTERVISTA A FRANCESCA LEONI E DAVIDE MASTRANGELO
Partendo dalla parola “Postatomico”, che caratterizza questo appuntamento di Humans, potete introdurci alla visione di questa vostra opera?
Nei nostri lavori spesso riflettiamo sulla condizione umana nelle società contemporanee, affrontandola da diverse prospettive. Relazioni tra entità diverse, ma anche tra esseri umani e territorio circostante: urbano, sociale, politico o naturale. L’arrivo della pandemia e del lockdown, soprattutto per chi l’ha vissuto in città, ha alterato il modo di vivere, forzandoci alla chiusura e alla sospensione delle attività. Dopo una ricerca e analisi critica è nata l’idea di ECO: un possibile mondo futuribile, un pianeta postatomico o post pandemico, comunque un “post”, in cui la specie umana è a rischio. Cosa resterà? Ritorneremo ad esseri tribali? Cercheremo di ricreare degli ecosistemi laddove non esistono più? Saremo in grado di entrare in connessione con essi? Come spesso si può riscontrare nelle nostre opere, usiamo archetipi, gesti e simboli, per creare una narrazione libera all’interpretazione e al pensiero critico di chi guarda.
Eco è una sorta di laboratorio artificiale o un’aria spaziale, dove la coltivazione e la conservazione delle piante rappresenta la condizione decisiva della continuità della vita dell’umanità. Quali sono i possibili scenari futuri di adattamento-dialogo tra uomo e ambiente?
In un luogo sperduto della Norvegia esiste lo Svalbard Global Seed Vault, è un laboratorio che contiene un duplicato di tutti i semi del pianeta terra. Per garantire la diversità, dicono, ma servirebbe anche in caso di una distruzione di massa, perché si possa in qualche modo ricominciare. Nel nostro caso il laboratorio è un insieme apparentemente ordinato di piante, una situazione che in natura non esisterebbe, ma che potrebbe esistere in condizioni artificiali. Un laboratorio che va curato ma con il quale si è perso un contatto diretto, dettato dalla necessità dell’uomo di controllare l’ambiente e le leggi della natura. Quello che ancora non abbiamo compreso in buona parte, è che la natura continuerà ad esistere anche senza l’umano, e che siamo noi, e non la natura, a rischiare l’estinzione. Dovremmo prenderci cura dell’ecosistema e ricominciare laddove abbiamo fallito come custodi.
NELLA VIDEO OPERA “ECO” GLI UMANI SONO ABORIGENI DEL FUTURO
Gli effetti sull’ambiente causati dai dispositivi usa e getta utilizzati durante l’emergenza epidemiologica da covid-19 e le conseguenze di natura umana ed ambientale causati dell’attuale conflitto in Ucraina, quanto hanno inciso in questo lavoro?
Abbiamo creato ECO prima dell’inizio del conflitto in Ucraina e, come succede con alcuni lavori, gli avvenimenti storici che avvengono dopo la loro realizzazione mutano ulteriormente il senso dell’opera. ECO contiene l’idea di un conflitto, non necessariamente bellico, nel quale l’umanità tenta di rinascere e prendersi cura di un nuovo ecosistema. Una sorta di aborigeni del futuro. E se da un lato abbiamo tanto parlato di come il lockdown abbia dato alla natura modo per rigenerarsi e riconquistarsi gli spazi, dall’altro abbiamo riempito l’ambiente di mascherine, tamponi e materiale usa e getta. Nel video, infatti, utilizziamo un telo di plastica divisorio, lo stesso che veniva usato nelle case di riposo e ospedali per permettere alle persone di abbracciarsi senza contagiarsi. Il famoso tendone dell’abbraccio. Un emblema delle relazioni durante la pandemia, in cui l’altro era diventato la minaccia, l’untore, colui da temere. Uno strumento necessario ma fortemente inquinante, senza alcuna prospettiva di riutilizzo nel post pandemia.
Cosa contraddistingue il linguaggio dell’arte visiva, in particolar modo quella della video arte e della performance art, rispetto ad altri metodi di divulgazione sui temi dell’ambiente e dell’ecologia?
La videoarte e la performance art sono metodi di riflessione su temi di fondamentale importanza per la nostra società contemporanea. Attraverso un linguaggio simbolico e gestuale il messaggio può essere codificato e decodificato da persone che non parlano la stessa lingua e non appartengono alla stessa cultura. Inoltre, l’impatto che un’opera di videoarte o performativa ha sul fruitore dovrebbe toccare livelli più profondi dell’animo umano perché utilizza un linguaggio poetico. Un’opera d’arte mette sempre in discussione lo sguardo dello spettatore reinventando il reale.
Leoni & Mastrangelo
Davide Mastrangelo, nato a Eboli (SA) Anno 1989
Francesca Leoni, nata a Forlì (FC) Anno 1972
Vivono e lavorano a Forlì. Il duo artistico Leoni & Mastrangelo (Francesca Leoni e Davide Mastrangelo) si focalizza sulla condizione umana nelle società contemporanee, affrontata da diverse prospettive. Tra tutti, domina il tema della relazione uomo-donna nelle sue molteplici dimensioni sociali – dal rapporto di coppia, agli usi e costumi dei popoli, alle strumentalizzazioni ideologiche e religiose – di cui offrono exempla simbolici realizzati in “quadri” video performativi. Non tralasciano però il rapporto tra essere umano e ambiente circostante sia a livello urbano, naturalistico che sociale. Le loro opere sono presenti in festival, musei, gallerie, rassegne ed eventi internazionali; vincitori della VI edizione del premio videoarte Maurizio Cosua 2015 (Venezia) e finalisti al Premio Combat Prize e Arte Laguna Prize. Nel 2015 fondano la Vertov Project, realtà che si occupa di videoarte, cinema sperimentale e arte intermediale. Infine, dal 2016, sono ideatori e direttori artistici di Ibrida Festival delle arti intermediali.
www.vertovproject.com
Instagram @leonimastrangelo
Giovanni Viceconte
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