Miguel Chevalier anima una vecchia torre di raffreddamento in Lussemburgo
Tra le Capitali Europee della Cultura 2022, Esch, in Lussemburgo, prosegue con il suo ricco programma "Remix Culture". Tra gli eventi di spicco c'è la nuova installazione di Miguel Chevalier. Ecco il video
Tra le Capitali Europee della Cultura 2022, insieme a Kaunas, in Lituania e Novi Sad, in Serbia, c’è Esch, in Lussemburgo. Questo centro caratterizzato da un paesaggio tipicamente industriale, ha pagato per anni la sua identità siderurgica, divenendo di fatto una città dormitorio. Negli ultimi anni, tuttavia, Esch sembra stia cambiando pelle, grazie alla buona qualità di vita garantita ai suoi abitanti e agli investimenti delle aziende digital sul territorio.
ESCH CAPITALE DELLA CULTURA 2022 “REMIX CULTURE”
Il programma Esch2022, dal titolo Remix Culture, si è posto proprio tra i suoi intenti quello di far collimare l’archeologia industriale della città con le nuove prospettive culturali e artistiche. Tra i tanti eventi in calendario che seguono questo tema si è tenuta, ad esempio, la mostra Remixing Industrial Pasts presso l’acciaieria di Belval, curata da un team tutto italiano, che ha saputo sapientemente narrare 100 anni di storia mineraria del luogo.
MIGUEL CHEVALIER ANIMA LA TORRE DI RAFFREDDAMENTO AD ESCH-SCHIFFLANGE
Nel ricco palinsesto, animato da tanti artisti internazionali, si inserisce anche l’installazione Digital Moirés 2022, firmata dal famoso Miguel Chevalier. Si tratta di una video-proiezione di enormi dimensioni, che si staglia sulla vecchia torre di raffreddamento del sito industriale Esch-Schifflange di ArcelorMittal. L’alto torrione sembra così muoversi dinnanzi agli occhi degli spettatori, grazie a giochi di luce realizzati attraverso un software in grado di realizzare vere e proprie coreografie. Le immagini proiettate sono figure create da Chevalier ricorrendo all’antica tecnica del moiré: “Prima di diventare un motivo grafico popolare per gli artisti dell’Optical Art, il moiré è un artificio preso in prestito dai tessuti, le cui origini risalgono all’antico Egitto” spiega l’artista. “Il moiré non è altro che il risultato della sovrapposizione di due trame del tessuto con maglie più o meno fitte, che conferisce per riflessione della luce effetti cangianti capaci di destabilizzare la percezione. Sembra che all’origine questa tecnica vi fosse il desiderio dell’uomo di imitare i riflessi ondulati dell’acqua alla luce del sole. Da questo mimetismo della natura, nel XX secolo, gli artisti mantengono lo schema di due griglie mobili che si sovrappongono per generare distorsioni o ingrandimenti, che fanno sì che le strutture bidimensionali portino un’impressione retinica tridimensionale”. Inaugurata nell’ambito della Notte della Cultura e di Esch-sur-Alzette, resterà visibile fino al prossimo 30 ottobre.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati