L’era dell’illusione secondo i Die Antwoord
A due anni di distanza dal loro ultimo album, i Die Antwoord tornano sotto i riflettori con “Age of Illusion”, una canzone insolita non solo per il sound che la distingue ma soprattutto per il videoclip generato in Intelligenza Artificiale che la accompagna
Tra quotidiani fiumi di informazioni difficili da gestire, avanzamenti tecnologici dai risvolti preoccupanti e ideologie ambigue portate avanti con ferocia, come sta cambiando il nostro modo di percepire la realtà che ci circonda? A questa domanda rispondono inaspettatamente Yolandi Visser e Ninja, membri fondatori della band sudafricana Die Antwoord, con una canzone particolarmente riflessiva che ben si discosta dalle sonorità e dai messaggi ai quali ci avevano da sempre abituati.
LO STRANO RITORNO DEI DIE ANTWOORD
Conosciuto soprattutto per un’estetica aggressiva e disturbante, alimentata sia da canzoni esplicite sia dai rispettivi videoclip, il celebre gruppo rap-rave torna a far parlare di sé dopo due anni dalla pubblicazione dell’ultimo disco in studio, House of Zef (Zef Records, 2020). Diversamente dal solito, questa volta l’attenzione è richiamata dalla sferzata stilistica insita nel brano, non a caso intitolato Age of Illusion. Attraverso sonorità molto fluide e ovattate, che tanto ricordano il sound di un gruppo come i Gorillaz, l’ascoltatore viene catapultato all’interno di una particolarissima comfort zone nella quale potersi perdere in tutta tranquillità. Supportato da una sorta di cantilena anestetizzante, il testo ci parla di una realtà in cui tutto va bene, dove ogni cosa è pervasa dalla bellezza e nella quale la questione di genere è più che risolta poiché ognuno è gay:“Everyone is beautiful, everyone is gay. In the Land of Illusion we paint our faces with chocolate cake and everything’s ok”. Per quanto il messaggio di fondo possa apparire rasserenante, esso rivela in verità una profonda inquietudine insita proprio in quel costante senso di incubo-illusione che sta caratterizzando sempre più il nostro tempo: un sentimento allarmante rintracciabile anche nelle strofe dedicate a delle pillole blu, inequivocabile riferimento al celeberrimo film Matrix.
IL VIDEO “AGE OF ILLUSION”
A rendere ancora più onirico il tutto è un videoclip che si adatta perfettamente al mood espresso dalla canzone. Diretto da Sagans – misterioso collettivo composto da videomaker, musicisti e graphic designer esperti di IA – il video di Age of Illusion si avvale di un’Intelligenza Artificiale per raffigurare il contesto fantastico descritto dalle parole di Ninja e Yolandi: un mondo dai rimandi vaporwave popolato da personaggi esplicitamente provenienti dall’universo dell’animazione giapponese (come suggeriscono le numerose creature dai connotati molto simili a quelle presenti sia nei film di un autore come Miyazaki, sia nelle opere di un artista quale Takashi Murakami), dove tutto sembra scorrere in maniera tanto serena quanto indifferente. E se in tutto questo marasma la musica fosse davvero utile per farci aprire gli occhi e stracciare quel velo di Maya che ci impedisce di vedere la realtà per quello che effettivamente è? Provare per credere.
Valerio Veneruso
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