John Malkovich è Seneca nel film di Robert Schwentke
Nerone versus Seneca nel nuovo film che vede protagonista John Malkovich. Al film, presentato alla 73esima Berlinale, ha preso parte anche Geraldine Chaplin
“La filosofia credo ti insegni come pensare”, afferma John Malkovich alla presentazione del film Seneca – On the Creation of Earthquakes di Robert Schwentke che lo ha visto tra i più grandi protagonisti della Berlinale 73. Malkovich, dopo avere vestito i panni di noti personaggi come Casanova, il Duca di Wellington e Gustav Klimt, questa volta è il sommo e illustre Seneca in un film verbalmente calzante, in uscita in Germania il 23 marzo distribuito da Weltkino. “Ho trovato che fosse una sceneggiatura molto intelligente e ricca di dialoghi. Noi attori parliamo molto in questo film, questo però non mi ha spaventato anche perché sono cresciuto facendo teatro e lì si parla tanto”, dichiara l’attore. E aggiunge: “Mi sono approcciato alla sceneggiatura con molta attenzione. I movimenti e la gestualità a volte sono stati improvvisati, ma questo dipende sempre dalla scena che devi girare. È difficile ripetere sempre la stessa gestualità e il fatto che in questa sceneggiatura ci fossero dei riferimenti anche ad alcune canzoni moderne, ha richiesto a me e agli altri di muoverci in un certo modo”.
DA TACITO A ROSSELINI: LE FONTI DI ISPIRAZIONE DI SCHWENTKE
Il Seneca di Robert Schwentke ha una curiosa connessione con il cinema italiano: “Rossellini mi ha influenzato molto. Socrate fatto da lui per la tv mi è piaciuto molto, ma la forma che ho scelto io è completamente diversa e molto realistica. Prima di fare Seneca comunque ho rivisto Socrate”. E continua: “Ho fatto molte ricerche e preso in considerazione i vari lavori di Seneca. Molti dialoghi sono ripresi dal suo materiale originale. E poi ho letto Tacito e altri testi in latino, mi sono documentato molto prima di iniziare a girare”. Cosa vediamo nel film? Roma, 65 d.C. L’imperatore Nerone sta provando un discorso con il suo mentore Seneca in una vera lezione di retorica che si rivela essere purtroppo inutile: il divario di quoziente intellettivo tra i due uomini è fin troppo evidente. Percependo la superiorità di Seneca, il sovrano va su tutte le furie.
IL SENECA DI MALKOVICH: UNO SPLATTER COSTRUITO CON SARCASMO?
Dal momento che ha già eliminato molti dei suoi familiari più stretti per attacchi di rabbia violenta, quest’ultimo inizia a temere il peggio per lui. È comunque sorpreso quando Nerone, all’apice del suo governo tirannico, gli ordina di togliersi la vita. Come è noto da Tacito, Seneca poi si taglia i polsi e questo porta al suicidio la moglie Paulina, molto più giovane. Il regista Robert Schwentke fa sanguinare il suo eroe per un periodo di tempo particolarmente lungo e, durante questo “periodo intermedio”, Seneca si scaglia contro il mondo e contro se stesso. Schwentke porta sul grande schermo un’esibizione incredibile, un racconto dalle battute esagerate, splatter e sarcastico al tempo stesso ma anche sbalorditivo e incredibilmente attuale. Ad un certo punto Seneca chiede: “L’élite istruita è una vittima della tirannia o un collaborazionista, un opportunista?”. Il film è ricco di allegorie politiche. Da vedere.
Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati