I “furti artistici” di Roy Lichtenstein in un nuovo documentario
Appropriazione illecita e plagio sono le critiche più frequenti mosse contro Roy Lichtenstein. Un nuovo documentario si sofferma sul tema, osservando in particolare le “analogie” tra le opere di molti fumettisti del passato e quelle del pittore americano
Un innovatore dei linguaggi visivi o un saccheggiatore di opere altrui? È questa la domanda che aleggia sul nuovo documentario Whaam! Blam! Roy Lichtenstein and the Art of Appropriation. Il film del giovane regista James L. Hussey getta luce sulla produzione del noto artista americano, soffermandosi in particolare sui plagi nascosti dietro molti dei suoi capolavori.
LE CITAZIONI PITTORICHE DI ROY LICHTENSTEIN
Il tema certamente non è nuovo: esponente di spicco della Pop Art e noto soprattutto per i grandi dipinti puntinati, Lichtenstein ha fatto largo uso nel corso della sua ricerca di immagini preesistenti, sottratte senza remore dal mondo pubblicitario e da quello dei fumetti. Una pratica, quella della citazione pittorica, ora più evidente, quando a comparire nelle composizioni sono personaggi famosi come Popeye e Dick Tracy, ora silenziosa e nascosta, nel caso di immagini sottratte ad artisti e fumettisti minori, estranei anche ai critici più attenti.
IL NUOVO DOCUMENTARIO SU ROY LICHTENSTEIN
Ed è proprio su di loro che punta i riflettori il nuovo film, prossimamente in streaming su Amazon Prime. Attraverso il confronto con numerosi comic artist, critici d’arte, collezionisti di fumetti ed esperti della nona arte, il lungometraggio sottolinea le analogie tra molte opere di Roy Lichtenstein e quelle di disegnatori e illustratori contemporanei “derubati” dal collega più noto. È il caso del dipinto Girl in Window del 1963, tale e quale a una vignetta dello stesso anno disegnata da Hy Eisman (il “papà” di Braccio di Ferro) e Blam del 1962, riconducibile a una striscia tratta da All-American Men of War di Russ Heath. Un documentario che promette di aggiungere nuovi spunti di riflessione intorno alla pratica “appropriazionista” di Lichtenstein, e allo stesso tempo di dare voce a una comunità – quella dei fumettisti – che nel corso degli ultimi anni è tornata prepotentemente sul tema, stigmatizzando l’utilizzo dei comics da parte dell’artista americano.
Alex Urso
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